AGENDA DIGITALE: I PUNTI SALIENTI DEL TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA CAMERA

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La Commissione Trasporti della Camera ha approvato il testo unificato delle proposte di legge di Antonio Palmieri e Paolo Gentiloni. Il provvedimento rientra nel più ampio quadro dell’Agenda Digitale, iniziativa europea finalizzata a sfruttare al meglio le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il testo unificato prevede disposizioni per facilitare gli investimenti in infrastrutture, favorire la diffusione della cultura digitale e sostenere le imprese innovative.

Nell’ottica del primo dei tre obiettivi, lo Stato esenta gli operatori elettronici dal pagamento della tassa e del canone previsti per l’occupazione di spazi e aree pubbliche in Comuni e Province (disciplinati dal dlgs 507/1993 e dal dlgs 446/1997). L’unico obbligo rimasto agli operatori è quello della denuncia di inizio attività. La tassa era graduata a seconda dell’importanza dell’area sulla quale insisteva l’occupazione. Ad esigenze di ordine risponde la creazione, da parte dei Comuni, di un Catasto per le infrastrutture in fibra ottica esistenti. Il Catasto deve essere continuamente aggiornato dai concessionari delle infrastrutture, chiamati a fornire ai Comuni documentazioni che indichino l’ubicazione e il dimensionamento delle aree gestite.
Il secondo obiettivo, la digitalizzazione dei cittadini e delle istituzioni, è attuabile solo con una maggiore sensibilizzazione dei medesimi all’uso della rete. Per favorire la diffusione di Internet nei nuclei familiari, lo Stato eroga contributi a favore delle famiglie che percepiscano un reddito complessivo inferiore a 20.000 euro e in cui vi sia un minore con età compresa tra i 14 e i 18 anni. Gli aiuti ammontano a 100 euro per l’acquisto di un computer fisso o portatile e a 50 euro per la compera di una chiavetta Internet. C’è qualche punto oscuro nella disposizione. L’erogazione del contributo prevede la collaborazione tra Stato e organismi estranei alla PA, anche stranieri, per assicurare una diffusa operatività dei servizi sul territorio, anche mediante strumenti convenzionali già in atto tra i soggetti coinvolti. La norma non specifica in cosa possano consistere questi aiuti, né chiarisce la parte relativa agli strumenti convenzionali. Ci sono poi alcune contraddizioni anche in relazione al reddito familiare. Va inteso come la somma dei redditi del nucleo o in base ai criteri dell’indice ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente)? Nel processo di alfabetizzazione digitale hanno un ruolo fondamentale le scuole e la televisione pubblica. Un decreto del MIUR stabilirà i contenuti e le modalità dei percorsi formativi, nonché i compiti da affidare alle strutture per la realizzazione degli stessi. L’uso delle tecnologie informatiche in tutte le materie di studio ha già delle previsioni normative, sia per quanto riguarda la scuola primaria (d.lgs 59/2004) che per quanto attiene alla scuola secondaria. Anche la RAI è tenuta a svolgere un ruolo-chiave nell’educazione dei cittadini alle nuove tecnologie. Un regolamento dell’Autorità stabilirà le modalità di estensione del percorso formativo che il servizio pubblico dovrà intraprendere. Il testo unificato contiene anche una previsione legislativa in ausilio dell’e-government. Le istituzioni pubbliche dovranno garantire ai cittadini entro il 2014 l’accesso personalizzato ai propri servizi digitali. Un assenso implicito a questa disposizione è già contenuta nel Codice dell’Amministrazione Digitale, il quale afferma che i cittadini hanno diritto a chiedere l’uso di strumenti telematici nelle comunicazioni con l’Amministrazione. Inoltre è richiesta interoperabilità alle pubbliche amministrazioni nel processo di fornitura delle banche dati ai cittadini.

Per le imprese innovative, meglio note come start-up, il Governo predispone un Fondo composto da quote di fondi di investimento mobiliare. Si ricordi che per start-up si intende un’impresa ad alto potenziale di crescita, con meno di cinque anni di vita, caratterizzata da una forte propensione alla ricerca, allo sviluppo e alla disintermediazione di settori economici tradizionali, all’introduzione di nuovi modelli industriali, di business e commerciali o i cui piani di sviluppo vertano sull’introduzione di innovazioni di processo, di prodotto o di servizio, operanti in settori ad alti tassi di crescita. Il Fondo dovrebbe crescere di anno in anno, passando dai 30 ml previsti al 2013 ai 50 ml da erogare nel 2015. La durata dei fondi del Fondo per l’Italia è di dieci anni, estensibile per un massimo di tre anni, con un periodo di investimento di cinque anni. I soggetti beneficiari devono spendere il 70% dei capitali raccolti nella fase di sperimentazione delle start-up , nell’avvio dell’attività e nello sviluppo del capitale di espansione. Inoltre viene dato sostegno agli incubatori, le strutture che accelerano il processo di formazione delle start-up, tramite la creazione di un fondo rotativo che ne faciliti l’avviamento. La legge contiene anche misure fiscali a favore del commercio elettronico. Per le prestazioni di e-commerce dirette non ci sarà più l’obbligo di fattura, che sarà rilasciata solo richiesta dal cliente. Ben più importante è l’articolo che stabilisce che i redditi ottenuti tramite una transazione elettronica tra un’impresa italiana e una estera non vengono calcolati per un terzo nella base imponibile. Si tratta di una detassazione dei ricavi del commercio elettronico internazionale che ricorre quando si utilizzano strumenti sicuri di pagamento, e quando quest’ultimo ha un importo inferiore a 5.000 euro.

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