TORNA LA POLEMICA SULL’EQUO COMPENSO. FINI AGLI EDITORI: GIORNALISTI PAGATI TROPPO POCO

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Il Presidente della Camera Fini si è pronunciato a sostegno del “minimo di giustizia sociale” per un equo compenso del lavoro giornalistico autonomo a fronte di migliaia di casi di trattamento indecente e da fame (pochi euro a pezzo per articolo). Il Presidente Fini ha posto il dito su questa piaga, richiamando la “coscienza” degli imprenditori per la giusta considerazione del lavoro sul quale organizzano la loro attività.
Intanto il disegno di legge sull’equità retributiva del lavoro giornalistico è fermo alla Commissione Lavoro del Senato dove, in questi giorni, ha incassato un ennesimo “stop” da parte, questa volta, del ministro Elsa Fornero che, intervenendo in Commissione, ha espresso una riserva e una perplessità sul testo firmato dai parlamentari Silvano Moffa, Enzo Carra e Giuseppe Giulietti. Tra le motivazioni del ministro la «perplessità di estrapolare dai lavoratori atipici una categoria e occuparsi per quella categoria di una norma simile a quella generale». La Fornero ha anche precisato che non ritiene opportuna una norma che prevede contributi solamente agli editori che rispettano la legge perché in questo modo «si da per scontato che qualcuno non la rispetti».
Altro nodo da sciogliere per i giornalisti è l’assicurazione obbligatoria, che il governo vuole imporre ai professionisti contro la responsabilità civile per danni causati in modo colposo. Il termine ultimo per stipularne una è il prossimo 13 agosto ma, ha chiarito ieri Enzo lacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti, i cronisti non devono accenderne una. «Dopo il confronto del 18 maggio con il ministro della giustizia Paola Severino, abbiamo fornito un parere pro veritate di un primario studio legale che chiarisce che i giornalisti, tutti, non hanno “clienti”. Stiamo aspettando che il ministero ci dia una comunicazione formale».

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