“Wikileaks è ormai una fonte di informazione superata”, questo in sintesi il pensiero di Anonymous, il gruppo di attivisti del web che denuncia l’arretratezza del portale di Assange.
Secondo i paladini del web, gli scoop scottanti di Wikileaks che una volta facevano tremare le poltrone di molti grandi nomi della finanza e della politica, perderebbero il loro appeal in quanto arrivano con troppo ritardo rispetto alle altre fonti.
Sarà che il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, negli ultimi tempi non se l’è passata troppo bene, troppo occupato a cercare asilo politico per le accuse a suo carico che pendono come una spada di Damocle sulla sua testa, o semplicemente sarà che l’immediatezza del web esige nuove leve.
Le nuove leve non mancano e sono già più che note al mondo del web, in cui si sono fatte conoscere per aver oscurato siti governativi, solo per dirne qualcuna.
Loro sono “Anonymous” non perdonano e non dimenticano, una presentazione da eroe mascherato dei fumetti e mascherati lo sono di certo perché non rivelano la loro identità, non si sa a chi fanno capo, si sa solo che agiscono attraverso un sistema di cellule sparso in tutta Europa, intenzionati a combattere le ingiustizie del sistema.
Con un curriculum del genere, si apprestano ora a scalzare Wikileaks con Par:Anoia: Potentially Alarming Research, Anonymous Intelligence Agency (Informazioni potenzialmente allarmanti, recuperate dall’agenzia di Anonymous.
Il portale raccoglierà anche i contenuti di Wikileaks ma è pronto a rilasciare contenuti ancora più scottanti come i 40 gigabyte di dati e informazioni segrete o protette, relative agli establishment globali.
I vertici di Wikileaks non sembrano aver preso troppo bene la notizia, e il botta e risposta è iniziato a suon di Tweet in cui i rappresentanti del portale di Assange hanno accusato Anonymous di dilettantismo ed ultilizzo di strumenti che ledono la privacy ma Anonymous va avanti per la sua strada, come d’altronde ha sempre fatto.