IL PUNTO SUL MERCATO DEI GIOCHI DIGITALI

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Sempre più tavoli da gioco virtuali, dodicimila tornei ogni 24 ore e seicentomila euro al giorno spesi complessivamente dai giocatori italiani nei siti nazionali. Questi sono i dati allarmanti che nel nostro Paese, portano all’attenzione il fenomeno del gioco d’azzardo on line. Secondo le ultime analisi, il mercato del gioco digitale ha raggiunto un volume totale di affari pari a 3,8 miliardi di euro già nel 2011 con un tasso di crescita del 150% l’anno.

Fra i vari giochi on line è il poker il più scelto, il più cliccato, il più “approfondito” grazie anche a siti e forum in cui si discute di tornei, tecniche, tattiche e molto altro.

E’ comunque doveroso fare qualche distinzione: innanzitutto il cosiddetto poker sportivo, al quale giocano la gran parte dei giocatori virtuali è chiamato Texas Hold’em, con tornei a montepremi che sfuggirebbero (ma solo sulla carta) alla definizione di “gioco d’azzardo”. In questi tornei infatti si può pagare una quota unica che parte da 50 centesimi e arriva fino a 100 euro, ma, ovviamente, è il numero di partite (praticamente infinito) che si possono giocare anche contemporaneamente a poter diventare pericoloso.

Da anni in rete esistono tantissimi siti esteri, non riconosciuti dai Monopoli di Stato, e quindi di fatto illegali, a cui è possibile iscriversi facilmente e senza vincoli. Dietro questa mania del gioco però non c’è tanto la passione per le emozioni forti, ma la speranza di “sistemarsi” per sempre, grazie soprattutto a una ricca vincita. Le persone che entrano nel settore dei giochi d’azzardo online, come poker e slot machine virtuali, sperando di risolvere i loro problemi economici e rincorrendo all’illusione della vincita, rischiano di cadere in uno stato patologico molto grave, sviluppando dipendenza e mettendo in atto comportamenti ossessivo-compulsivi.

Secondo molte statistiche, a causa della crisi economica, nell’ultimo anno, i guadagni delle aziende che si occupano di giochi on line è infatti aumentato del 40% rispetto agli introiti che si registravano prima del 2010. Un problema che aumenta in tempi di crisi economica. Con la crisi occupazionale anche i contorni della nostra identità sono più precari. Per questo ci si pensa giocatori e il gioco diventa una possibilità per rimuovere i problemi concreti.

Alla base del successo di questi giochi ci sarebbe quindi una ragione psicologica: la convinzione che vincere sia piuttosto facile. Insomma, un circolo vizioso, più si gioca e più si è convinti di essere vicini alla vittoria; un circolo che oltre a problemi economici può portare anche a ripercussioni di tipo sociale.

Affascinati da testimonial del calibro di Buffon, Totti, Miccoli, ragazzi, studenti, casalinghe, professionisti, cadono nella rete dei giochi d’azzardo e gli esperti ricordano che se crescono le occasioni di “puntare” in rete, aumenta anche il rischio di diventare ‘vittime’ di un gioco pericoloso. Il gioco d’azzardo on line coinvolge soprattutto la fascia d’età che va dalla tarda adolescenza agli anni universitari; spesso gli utenti sono invogliati da pubblicità che presentano questo gioco come sport o come mestiere.

Facciamo, a questo punto, una rapida panoramica sulla situazione europea a riguardo: in Europa non vige nessuna legislazione specifica riguardante il gioco, ma ogni Paese è libero di scegliere se autorizzare o no l’apertura del mercato.

Il Regno Unito può essere considerato lo Stato pioniere a riguardo, in quanto è stato tra il primo in Europa, ad autorizzare il mercato dei giochi online. Italia, Belgio, Svizzera, Irlanda, Danimarca, Francia e alcuni Paesi dell’Europa dell’Est come Lituania, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Bulgaria e Malta sono le altre nazioni che han previsto ed autorizzato il mercato.

Ma com’è facilmente riscontrabile tutti questi Paesi non hanno una posizione uniforme rispetto ai giochi autorizzati. E così gli scommettitori arrivano facilmente a puntare dei soldi su un match di basket americano, e contemporaneamente tentare la fortuna su una slot francese, e partecipare ad un torneo di poker in Italia.
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Ma i rischi per i giocatori non sono finiti qui, è infatti inevitabile che un settore in continua espansione non abbia attirato anche l’attenzione dei “criminali” online.
Le tipologie di attacco sono sostanzialmente di quattro tipi: uno dei sistemi più diffusi ed utilizzati dai cyber criminali è quello di inviare e-mail di spam contenenti, di solito, la promessa di un credito (solitamente alcune centinaia di euro) da spendere su determinati casino online. Il denaro, insomma, viene utilizzato come esca per attirare gli ignari giocatori e costringerli a fornire i propri dati personali.

Spesso le e-mail di spam contengono dei link che rimandano a siti costruiti solo ed esclusivamente per carpire i dati personali dell’utente (con login e password). In questo caso l’utente si troverà di fronte a siti Internet realizzati in maniera tale da trarlo in inganno con una parvenza di veridicità.
Oltre allo spam è poi probabile l’utilizzo di Trojan, cioè dei software, sviluppati talvolta al fine di intercettare le password degli utenti.

Per modificare i comportamenti che sempre più utenti della Rete assumono davanti al gioco d’azzardo, è importante studiare e capire il contesto, lo stato d’animo e i problemi che esso può causare.

E’ opportuno creare dei gruppi per la riabilitazione di coloro che sono entrati nel tunnel del gioco e lavorare affinchè l’informazione sui rischi venga diffusa anche sul web, ormai “infestato” dalla pubblicità dei siti-casinò e dallo strapotere economico e mediatico che essi hanno assunto negli ultimi anni. Intanto la Commissione Europea ha dato il via libera al decreto dei Monopoli di Stato sulle ‘novelty bets’. Entro la fine dell’anno i bookmaker italiani potranno aprire liberamente (o quasi) giocate “atipiche” su eventi sportivi ed extrasportivi, sfidando a colpi di fantasia i loro colleghi esteri, storicamente liberi da ogni vincolo. Con le dovute differenze, però. Se oltremanica le “novelty bets” sono affidate totalmente e liberamente alla creatività dei quotisti, in Italia – dove il sistema è regolamentato dai Monopoli di Stato – ci sarà bisogno di un controllo supplementare. Ogni bookmaker made in Italy potrà chiedere ad Aams l’autorizzazione per inserire rapidamente puntate speciali, con qualche limite: nessuna puntata sulle elezioni politiche italiane, bandite le scommesse che implichino discriminazioni di sesso, razza, religione o che invadano la privacy, dei personaggi pubblici a cui si fa riferimento. Il risultato delle scommesse sarà nella maggior parte dei casi autocertificato, con sanzioni per chi bara. Per i nostri bookmaker ci sarà da pagare un’ulteriore tassa (che sarà dello 0,5% e che va sommata al 4,2% già previsto sulle scommesse). A quanto pare ai politici interessa più incassare che arginare il fenomeno. Saranno tanti pronti a puntare su eventi tipo la “farfallina” di Belen. Scommettiamo?

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