VESPA: LA RAI MERITA RISPETTO. FIDUCIA AI NUOVI VERTICI. MA E’ FONDAMENTALE IL CANONE

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A giochi fatti, Bruno Vespa difende la “sua” Rai e augura buon lavoro ai nuovi dirigenti. Lo fa su Quotidiano.Net. Vespa ammette che Viale Mazzini rappresenti un «nervo scoperto nel mondo politico». Tuttavia dà fiducia al nuovo presidente e dg. «Adesso, in ogni caso, Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi potranno essere insediati e cominciare un lavoro carico di attese».
Poi una piccola nota autobiografica: «Saranno rispettivamente il mio ventiduesimo presidente e il mio ventesimo direttore generale (sono infatti esattamente cinquant’anni da quando — fresco di una precoce maturità classica — la Rai mi affidò per la prima volta un microfono)».
Vespa ha il coraggio di andare contro corrente. Il conduttore di Porta a Porta difende la sua azienda e i suoi dipendenti. «vista dall’esterno la Rai troppo spesso viene scambiata per un luogo di malaffare. Ciò non rende merito alle migliaia di dipendenti e di collaboratori che vi lavorano onestamente e con qualità indiscusse». Vespa ci ricorda il servizio pubblico vince da 17 semestri consecutivi il periodo di garanzia. Si tratta di 2 periodi all’interno dell’anno televisivo: il periodo di garanzia primaverile (da metà febbraio a maggio), e quello autunnale (da metà settembre a novembre). Bisogna precisare che sono i periodi più interessanti dal punto di vista commerciale perché molti investitori pubblicitari si regolano proprio su quelli. Tuttavia è doverosa un’altra precisazione: la logica dei periodi di garanzia vale soprattutto per le emittenti private, che vivono unicamente grazie alla raccolta pubblicitaria. Invece la Rai dovrebbe mantenere elevato il valore della programmazione anche nei periodi di minore interesse commerciale.
In ogni caso Vespa non fa mancare anche puntuali critiche alla tv di Stato: l’«esagerata moltiplicazione dei pur validi canali digitali», il noleggio di apparati che potrebbero essere acquistati e ammortizzati, il costo eccessivo di certe lavorazioni, «anche modeste». Vespa difende l’informazione e il pluralismo definendo «discutibili» i tagli sul prodotto che hanno già ridotto “in agonia” reti e tg.
E poi c’è un’analisi spietata della raccolta pubblicitaria: «È sorprendente che finora nessuno si sia chiesto com’è possibile che la caduta di spot in Rai sia proporzionalmente molto maggiore di quella registrata in Mediaset, che pure fa registrare ascolti nettamente inferiori». Tuttavia questo va un po’ in contraddizione con le “vittorie” nei periodi di garanzia di cui sopra.
Sulla eventuale privatizzazione Vespa non si sbottona: «Non sappiamo se tra le missioni del nuovo Cda ci sarà quella di tentare la parziale privatizzazione della Rai. Il tema è troppo complesso per essere trattato in poche righe». Tuttavia sul canone ha le idee chiare: bisogna farlo pagare a tutti, magari anche allegandolo alla bolletta. «È invece incomprensibile come un governo tecnico che ha fatto della lotta all’evasione una sua priorità non si sia ancora deciso ad affrontare questo tema in modo radicale. C’è da sperare che Tarantola e Gubitosi abbiano udienza e fortuna migliori. Con quattro, cinquecento milioni in cassa di più si potrebbe davvero costruire una nuova Rai, migliorandone l’attuale leadership continentale in ascolti e forse anche in qualità». Ci uniamo alla speranza.

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