In attesa che il Ministro per lo Sviluppo Economico vari il decreto di ricostituzione del Comitato Media e Minori, il Governo ha recentemente recepito alcune delle preziose segnalazioni che lo stesso Comitato aveva da tempo inviato alle Istituzioni.
Tuttavia, mentre sull’annunciato decreto governativo si registrano alcune perplessità (interessate?) di politici bipartisan, restano a mio avviso ancora da definire compiutamente alcuni importanti aspetti relativi ad una più complessiva tutela dei minori e delle persone psicologicamente più indifese.
In particolare, per la pubblicità che viene quotidianamente mandata in onda, sarebbe necessaria più di una chiarificazione su ciò che è lecito e ciò che lo è meno, sia in base alle norme attuali, sia relativamente agli aspetti che andrebbero ulteriormente regolamentati.
Per quanto riguarda la vigente normativa, infatti, è sotto gli occhi di tutti che numerosi spot non rispondono ai requisiti qualitativi e della tutela della dignità della persona (in specie quella femminile) che i vari codici deontologici e le delibere Agcom già prevedono.
Ma a mio avviso, sarebbe opportuno regolamentare (vietare?) anche la diffusione delle pubblicità che in qualche modo incitano, in tutte le ore della giornata, al gioco d’azzardo, in particolare sul servizio pubblico radiotelevisivo.
Peraltro, per quanto concerne la piaga del gioco d’azzardo, che tanti problemi sta causando alle famiglie italiane, già in difficoltà per altri motivi, nulla è previsto dalle attuali normative, nè probabilmente dall’emanando decreto governativo, sia relativamente alla diffusione di programmi che trattano il tema specifico, sia al proliferare di canali televisivi interamente dedicati a questa deprecabile attività ludica.
Il rinvio ad Agcom, infine, che dovrà stabilire i criteri per l’individuazione dei contenuti considerati non adatti alla fruizione dei minori, non mi lascia ben sperare, viste le ultime deludenti archiviazioni decise dall’Autorità, relative ad alcune proposte di sanzioni inviate dal Comitato Media e Minori.
E’ vero che il Consiglio dell’Autorità è stato rinnovato quasi per intero, ma non sono del tutto sicuro che la struttura operativa – rimasta per ora invariata – che si occupa delle problematiche televisive, non abbia alcuna influenza sulle decisioni dei vertici.
Non ci resta che aspettare e verificare la nuova normativa alla prova dei fatti.
Remigio del Grosso