SCISSIONE TIMEDIA, FNSI: SERVE CHIAREZZA

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È una operazione che non ha precedenti. Non produrrebbe vantaggi agli azionisti. Si rischia di indebolire il terzo polo televisivo. È questa l’opinione del Dipartimento Emittenza Radiotelevisiva della Fnsi.
Ricordiamo che il cda di TIMedia, una società controllata da Telecom Italia, ha deciso di scorporare le sue attività. Da un lato l’attività televisiva, per cui sarà costituita una società ad hoc a responsabilità limitata (una sorta di La7 Srl); dall’altro le infrastrutture, ovvero le torri e le frequenze (quest’ultime costituita da 3 multiplex) rimarranno a TIMedia Broadcasting, l’attuale operatore di rete di La7. Tale scissione dovrebbe essere strumentale ad una vendita, anche formato “spezzatino”: la tv ad uno e le frequenze ad un altro. Per la società madre Telecom si tratta di un’operazione necessaria data i debiti in cui versa da anni TIMedia. Dal 2008 al 2011, stando ai dati di Milano Finanza, TIMedia ha perso in totale 263 milioni e quest’anno rischia di chiudere con un rosso vicino ai 60 milioni.
Ecco che il cda della controllata di Telecom Italia, avvenuto qualche giorno fa, ha esaminato «l’evoluzione del percorso di trasformazione organizzativa e societaria del gruppo, assumendo alcune decisioni di riassetto dell’organizzazione direzionale e della governance aziendale». Tuttavia per la Fnsi fatica a capira la logica dell’operazione. «Tale decisione, che non produrrebbe vantaggi finanziari agli azionisti, rischia di indebolire le emittenti del gruppo Telecom destinate ad essere inglobate da una società a responsabilità limitata costituita ad hoc e controllata dal gruppo Telecom. Il Dipartimento Emittenza Radiotelevisiva chiede ai vertici aziendali di fare chiarezza su un’operazione che non ha precedenti in Italia e sul piano industriale delle emittenti televisive il cui futuro rischia di essere compromesso mentre si avverte la necessità di un potenziamento e di un rilancio degli spazi di informazione e approfondimento. Il Dipartimento, inoltre, auspica che gli eventuali acquirenti mettano in campo progetti editoriali ed industriali credibili per salvaguardare il ruolo di un importante player del panorama informativo italiano». Tuttavia non è stata solo la Fnsi ad esprimere perplessità. Anche gli altri sindacati (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil), gli stessi giornalisti del cdr di La7, nonché l’Idv, che tramite interrogazioni parlamentari ha invitato l’Esecutivo a controllare l’operazione, nutrono dubbi sulla scissione-vendita di TIMedia.
Magari anche un interessamento dell’Agcom non sarebbe male.

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