Ultima tappa per il ddl lavoro presentato dal ministro del welfare Elsa Fornero.
Non è stato privo di incidenti di percorso l’iter della riforma sul lavoro (iniziato il 23 Gennaio), che ha dovuto fronteggiare il malcontento dei lavoratori, le proteste sindacali ed anche le controparti politiche.
Dopo l’approvazione al Senato dei quattro maxi emendamenti del decreto passati con 231 voti favorevoli, ora tocca alla Camera.
Il primo sì è arrivato ieri sul primo degli emendamenti, si tratta del primo articolo del testo inerente la flessibilità in entrata e le nuove norme sui licenziamenti., il via libera è stato dato dai 456 voti a favore.
Per il nodo licenziamenti è stato stabilito l’annullamento del reintegro automatico per licenziamento di motivi economici, previsti però in alcuni casi indennizzi risarcitori e modalità conciliatorie.
Nullo il licenziamento discriminatorio intimato, per ragioni di credo politico, fede religiosa o appartenenza sindacale.
Nei casi di licenziamenti per giusta causa, meno margine discrezionale per i giudici, il reintegro sarà deciso solo sulla base dei casi previsti dai contratti collettivi e non più anche dalla legge.
Di contro ai licenziamenti più facili, corrisponde maggiore flessibilità in entrata ed uscita, parità di retribuzione tra uomini e donne e misure di sostegno a queste ultime.
Per il via definitivo alla Camera si attendono le votazioni finali previste nel pomeriggio.