Il disegno di legge di conversione del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, approderà all’esame dell’Aula del Senato, giovedì 21 giugno. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto alle ore 19 di ieri. Il provvedimento ha già ottenuto il parere positivo delle Commissioni Bilancio, Lavori Pubblici e Istruzione. La Commissione Affari Costituzionali è in queste ore impegnata nell’esame degli emendamenti.
PARERE COMMISSIONE BILANCIO
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, e rilevato in via generale che la Relazione tecnica non offre tutti gli elementi quantitativi e di spesa storica necessari per valutare appieno gli effetti finanziari del provvedimento, esprime, per quanto di propria competenza, parere condizionato, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, alle seguenti modifiche:
– all’articolo 4, comma 3, dopo il secondo periodo, inserire il seguente: “Dall’applicazione del presente comma, devono derivare risparmi per almeno dieci milioni di euro.”. Inoltre, al terzo periodo, sostituire le parole da: “I risparmi” fino alla parola: “rispetto” con le seguenti: “Conseguentemente, è ridotta l’autorizzazione di spesa relativa”.
Il parere è altresì reso nel presupposto che: la ridefinizione del rapporto tra copie vendute e copie distribuite di cui all’articolo 1 sia idonea a garantire un effettivo risparmio di spesa, rispetto alla disciplina previgente; il credito d’imposta di cui all’articolo 4, comma 1, sia concesso qualora le risorse a ciò destinate non debbano essere utilizzate per far fronte all’eventuale contenzioso con Poste Italiane Spa derivante dalla nuova disciplina di cui al comma 3 del medesimo articolo. Si osserva, infine, che in relazione all’articolo 2 sui nuovi criteri di calcolo e liquidazione dei contributi, la Relazione tecnica non fornisce elementi di valutazione idonei a verificare con precisione gli ipotizzati risparmi di 25 milioni di euro rispetto al totale dei contributi erogati nel corso del 2010 ancorché non scontati nei tendenziali.
PARERE COMMISSIONE LAVORI PUBBLICI
L’8a Commissione, esaminati per quanto di propria competenza i disegni di legge congiunti in titolo, esprime parere favorevole osservando quanto segue:
– è condizione indispensabile, per la stessa sopravvivenza delle testate, prevedere un importo minimo certo, sul quale le imprese editoriali che hanno diritto ai contributi possano fare affidamento per la gestione corrente e per accedere al credito finanziario;
– sarebbe opportuno prevedere che il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri riscontrasse all’impresa, entro 30 giorni dal ricevimento, l’avvenuto completamento della documentazione dando conto dell’esito;
– si auspica la parificazione per il trattamento delle tariffe postali per aziende editoriali Onlus e non Onlus, al fine di superare l’attuale disparità di trattamento;
– il decreto-legge n. 63 del 2012 risulta del tutto carente sul fronte delle risorse e il mancato adeguamento del Fondo per l’editoria rischia di privare il nuovo regolamento dell’intera platea di destinatari. Nella Tabella C allegata alla legge di stabilità per il 2012, infatti, è previsto per questo anno uno stanziamento che – dedotti tutti gli impieghi istituzionali, non sempre congrui alla natura del Fondo per l’editoria – attestano a circa 53 milioni di euro le risorse per i contributi diretti all’editoria cooperativa non profit, di idee e di partito, a fronte di un fabbisogno di almeno 120 milioni di euro;
– sarebbe infine opportuno prevedere la possibilità, per i giornalisti rimasti senza lavoro a causa della chiusura di azienda destinataria di contributi pubblici, di costituirsi in una nuova cooperativa per la rilevazione e gestione della vecchia testata senza il vincolo dei cinque anni di attesa per accedere ai contributi.
PARERE DELLA COMMISSIONE ISTRUZIONE
La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,
premesso che:
il sostegno pubblico all’editoria rappresenta un imprescindibile strumento culturale a difesa del pluralismo dell’informazione e di libertà di manifestazione del pensiero politico, sociale e religioso;
si ritiene indifferibile una vera riforma del sistema che, a partire dal prossimo anno metta fine ad ogni logica assistenzialista;
ritenuto che il testo sia un compromesso positivo tra l’esigenza conclamata di una revisione strategica delle norme, che le adatti all’era digitale, e l’urgenza di mantenere in attività i soggetti interessati;
tenuto conto che il decreto-legge ha lo scopo di dare un senso immediato, improntato a moralità e rigore, al meccanismo del sostegno pubblico ai giornali e ai periodici storicamente interessati dal Fondo per l’editoria;
valutati favorevolmente la volontà di revisione dei criteri storici e gli aspetti salienti del testo, quali: l’introduzione di nuovi, rigorosi e selettivi requisiti di accesso; la limitazione dei costi ammissibili; l’ancoraggio del contributo alle copie vendute e non più a quelle distribuite; la rimodulazione dei coefficienti del calcolo e il contenimento dei tetti massimi dei contributi percepibili;
apprezzata la novità prevista in particolare dall’articolo 3, che dispone la possibilità, per le imprese che abbiano già percepito i contributi, di passare alla pubblicazione on line, anche in via non esclusiva;
considerato tuttavia che il testo risente di un limite culturale, in quanto non immagina subito la possibilità di nuovi operatori entranti;
esaminate le altre norme, che rappresentano comunque una buona base di partenza, migliorabile in sede parlamentare;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1. la contribuzione all’editoria – riordinata sulla base dei nuovi parametri – possa proseguire, con adeguati finanziamenti, anche dopo il 2014;
2. si sollecita una riflessione sul tetto fissato dall’articolo 2, comma 2, lettera a), secondo cui, ai fini del contributo, è calcolata una quota pari al 50 per cento dei costi sostenuti per il personale dipendente, per un importo complessivo comunque non superiore a 2 milioni di euro. Si ritiene infatti che detto limite sia troppo basso, in quanto penalizza le testate più inclini ad assunzioni regolari e dunque si suggerisce un suo innalzamento, proprio nell’ottica di favorire il lavoro;
3. si auspica che il parametro delle copie vendute possa estendersi agli abbonamenti on line laddove onerosi.