NOMINE AUTORITẢ: Ề STATA UNA FARSA?

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Fra Agcom e Privacy una spartizione “matematica”. Una poltrona anche per Udc e Lega. Escluso Quintarelli. Scelto un dermatologo. Sarà così anche per la Rai?
I voti segreti e decisivi dovrebbero avvenire oggi. Tuttavia sembra già tutto deciso. In effetti lo sembrava già il 2 giugno. Trasparenza, indipendenza, competenza, curricula da esaminare: solo chiacchiere per illudere l’opinione pubblica e la stampa. I 90 curricula, tra Agcom e Privacy, per un totale di circa 800 pagine, non sono stati nemmeno sfogliati. Decideranno i partiti in base alle loro logiche. Come sempre.
Vincenzo Vita, senatore democratico, ha cercato, invano, di far rinviare la votazione per leggere i curricula. A quanto pare non ce n’è bisogno.
Ecco come dovrebbero essere le nuove Autorità. Per l’Agcom (costituita da 4 membri più il presidente) il Pdl ha scelto di confermare Antonio Martusciello, ex dirigente Mediaset e co-fondatore di Forza Italia, nonché attuale commissario in carica. Il secondo nome dei pidiellini è Antonio Preto, collaboratore di Antonio Tajani a Bruxelles. Il Pd aveva scelto due ingegneri: Maurizio Décina e Antonio Sassano. Il primo “simpatico” a D’Alema, il secondo a Veltroni. Solo quarto, nelle preferenze del Pd, Stefano Quintarelli, il candidato della rete e di Confcommercio, scavalcato anche dal giornalista de La Repubblica, Giovanni Valentini. Tuttavia anche il secondo posto di Sassano potrebbe non bastare. Pare che l’ingegnere sia stato sostituito da Francesco Posteraro, il candidato scelto dall’Udc (e forse anche dal Fli). Bisogna precisare che Posteraro, vicesegretario alla Camera. «Assolutamente terzo e imparziale», ha dichiarato il centrista Roberto Rao. Posteraro sembra essere estraneo anche alle attività dell’Agcom, non avendo nessuna competenza specifica in materia di comunicazioni. Tuttavia sembra che il partito di Casini abbia insistito per avere almeno un rappresentante nell’Agcom. E così è stato. Il Pd ha ceduto uno dei suoi. Ci sarà qualche “compensazione” in altri ambienti? Non si sa.
E poi c’è il presidente. Il successore di Calabrò è scelto direttamente da Monti. Il favorito è Angelo Marcello Cardani, collega, amico ed ex collaboratore del premier che lo avrebbe voluto con sé anche nel governo.
Riassumendo ecco la probabile nuova Agcom: Martusciello, Preto, Décina, Posteraro, con Cardani presidente.
Passiamo alla Autorità garante della Privacy. Diverso organismo, stesse logiche. Il Pdl avrebbe scelto Augusta Iannini, magistrato capo dell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia. Per la Privacy spetta una poltrona anche alla Lega che “riciclerebbe” il consigliere Rai in scadenza Giovanna Bianchi Clerici, giornalista laureata in lingue, ma di “professione politica”. Qui il Pd sembra in maggioranza. I democratici hanno due nomi: Antonello Soro, dermatologo e deputato, e Licia Califano, docente di diritto ad Urbino.
Per la Privacy il presidente è scelto direttamente dai 4 membri. È qui che i conti potrebbero tornare. Il Pd potrebbe essere ricompensato del passo indietro nell’Agcom con la presidenza di Soro. Ovviamente i democratici e i centristi smentiscono seccamente.
“Indignati” da tali logiche di nomina l’Idv, i Radicali e alcuni esponenti sparsi, come Bebbe Giulietti (democratico e portavoce di Articolo 21) hanno annunciato l’astensione.
Anche al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha stigmatizzato i meccanismi di nomina. Non poteva fare qualcosa per cambiarli. Mai come questa volta, sull’onda della partecipazione della società civile e della rete, sarebbe stato opportuno e forse anche più semplice. E invece se ne parlerà nel 2019, tra 7 anni. Intanto “campa cavallo”. E a proposito di cavalli, oggi ci sarà l’assemblea dei soci dell’azienda che ha per simbolo l’equino morente. Stiamo parlando della Rai. Anche per il servizio pubblico da mesi si invoca un meccanismo di nomine trasparente ed una governante indipendente. Triste presagio?

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