Con la delibera 265/12 CONS, l’Autorità ha rivisto il piano di assegnazione delle frequenze per il servizio digitale terrestre nelle regioni che hanno effettuato lo switch-off prima del 2011 (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino,. Veneto, Friuli, Lazio, Campania, Sardegna). La revisione è stata attuata al fine di consentire una rapida transizione al digitale terrestre delle regioni citate, anche in relazione agli accordi internazionali con le amministrazioni estere coinvolte nell’assegnazione delle frequenze. Le modifiche sono state discusse in una consultazione pubblica tenutasi dal 16 al 18 Aprile 2012, alla quale hanno partecipato la Rai e alcune associazioni rappresentative delle tv locali.
Nodo della questione sono stati innanzitutto i canali 61-69 UHF, tolti alle tv locali per essere assegnati ai servizi mobili. Per le emittenti regionali non viene rispettata la riserva che prevede l’attribuzione alle stesse di un terzo delle frequenze nazionali. L’Autorità, in risposta, ha affermato che la sottrazione dei canali 61-69 non ha determinato un impoverimento delle risorse concesse alle Tv locali, dato che nella pianificazione precedente la riserva di un terzo era abbondantemente superata. Un altro appello delle emittenti regionali ha riguardato la variazione dei canali, che potrebbe essere causa di perdita di utenza. In questo caso l’Agcom ha dato ragione alle tv locali, affermando che in taluni casi può essere evitata la risintonizzazione prevista dal Piano. Alla base di questa considerazione c’è la salvaguardia degli investimenti delle emittenti locali.
Altro punto in esame è stato la condivisione di alcune frequenze tra Sardegna e Corsica. In Corsica le frequenze vengono utilizzate esclusivamente in via digitale dal maggio 2011. L’Autorità non ha ritenuto necessario il riallineamento dei diritti d’uso rilasciati alla Rai e alle tv locali, dal momento che non sussistono interferenze con l’utilizzazione francese. L’eccezione è data dal canale 53 UHF, assegnato alla Corsica, che dovrà essere sostituito dal MSE.
Anche la Rai si è fatta sentire, avendo ribadito l’esigenza di assicurare la preminenza del servizio pubblico sulle emittenti commerciali. La tv di Stato ha rinnovato la sua richiesta di assegnazione di frequenze UHF in tutte le regioni. Le frequenze UHF sono ambite, perché internazionalmente protette e scevre da interferenze. Inoltre alcuni soggetti hanno criticato le reti nazionali in K-SFN che utilizzano una transizione di frequenza al confine tra Lazio e Campania per conseguire la compatibilità con le reti locali che utilizzano in modo alterno i medesimi canali. L’Autorità ha replicato che la revisione dei canali può essere spostata sia a Sud (tra Campania e Calabria) o a Nord tra le province di Roma e Viterbo, ma in questo secondo caso occorre un accordo con l’amministrazione francese, dal momento che una transizione nel Lazio potrebbe interessare anche la Corsica.