SMART TV, APPLE TV E GOOGLE TV. UTENTI SEMPRE PIU’ CONFUSI

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I produttori di TV, dato lo scarso appeal del 3D (non ci sono contenuti), si sono buttati a pesce sulla Smart TV. Se chiedete a un operatore di cosa si tratta, sicuramente risponderà “la televisione connessa a Internet”. Invece,a nostro avviso, la connessione a Internet è solo uno degli aspetti della Smart TV, forse quello meno interessante e che andrebbe “smitizzato”. Piuttosto l’elemento qualificante delle TV intelligenti ci pare la connessione alla rete locale domestica: la compatibilità DLNA e la possibilità di riprodurre fotografie e filmati direttamente da PC o dischi di rete presenti in casa.
Queste funzioni sono date spesso per scontate dagli operatori e invece l’utente finale, che potenzialmente le userebbe molto, ne sa poco. Tanto che i NAS, le unità disco di rete (Network Attached Storage), sono oggetti difficili da trovare nei negozi e poco conosciuti dagli utenti. Eppure tutti oramai hanno bisogno di una “cassaforte” digitale in cui mettere al sicuro i propri ricordi, i filmati, le fotografie, la propria musica e, perché no, anche tutti i file PDF e “office” relativi alla gestione familiare.
I NAS consumano poca energia, sono sempre pronti all’uso, integrano normalmente tutto il software DLNA server per alimentare Smart TV e qualsiasi altro client sulla rete domestica e, soprattutto, possono essere configurati con due dischi in mirror per evitare qualsiasi perdita di dati. E infine, non costano molto. Ci viene da pensare che chi lavora alle campagne di lancio e promozione degli Smart TV e chi le vende non ne abbia uno a casa propria; o magari abbia solo assistito a una demo da dieci minuti, senza chiedersi cosa fanno davvero gli utenti.
Il TV è vincente quando fa il TV, ovverosia quando fa il “grande schermo”: perché andare su Facebook, navigare sul Web o leggere il giornale è molto più facile e confortevole su PC e su tablet che su un TV a 4 metri, da gestire con un telecomando.
Apple TV è un prodotto innovativo, in quanto soddisfa a pieno due tra i maggiori criteri d’acquisto che ci siano: consuma poco e sta nel palmo di una mano. Infatti è un parallelepipedo largo e profondo un centimetro, alto 0.23, con un peso complessivo di 270 grammi. Ed è compreso di telecomando.
Anche installarlo è questione di un attimo: si inserisce il cavo di alimentazione in una presa di corrente e si collega l’Apple TV alla TV HD con un cavo HDMI (in vendita separatamente). Tutto viene trasmesso in streaming wireless, perciò non serve altro. Grazie alla Apple TV, i film in HD di iTunes, anche in spettacolare definizione a 1080p, vanno in streaming sul tuo televisore, mentre musica e foto vengono trasmesse dal computer. Grazie ad AirPlay si possono guardare direttamente in TV i contenuti dell’iPad, iPhone o iPod touch. L’arrivo di un televisore con la Mela, dato quasi per scontato da tutti e previsto per l’inizio del 2013, potrebbe avere lo stesso effetto che ebbe l’iPhone sul mercato dei cellulari, destabilizzando il panorama attuale e quello immediatamente prossimo.
Non poteva mancare la tv del Big G. Annunciata verso fine maggio negli Stati Uniti sui tv LG, ma l’azienda sta già pianificando una potenziale espansione anche sui mercati europeo e asiatico, sempre che i dispositivi ottengano buoni risultati sul suolo nord americano.
LG ha battutto così sul tempo Samsung, anch’essa data da molte voci pronta a salire sul carro di Google e della sua smart TV, mentre la corsa alla conquista del salotto casalingo che sta animando molte aziende è vista da molti osservatori come un tentativo di battere la stessa Apple giocando d’anticipo. La Big G tv presenta di un processore dual core interno, la possibilità di sfruttare tecnologie motion control tramite Magic Remote e il 3D passivo. Il televisore presenta inoltre l’interfaccia personalizzata Google TV 2.0 in 3D, che permette un rapido accesso a tutte le applicazioni installate e i bookmark impostati, come ad esempio l’app della CNN.
Siamo nel pieno di una rivoluzione industriale per quanto concerne le tv ma non si può dire la stessa cosa dei contenuti. Ma questo è un altro discorso, che merita un approfondimento a parte.

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