Libertà di informazione, privacy, riforma del diritto d’autore. Ecco i capisaldi dei pirati. Nati in Svezia, in Germania sono diventati il terzo partito nazionale. Ora spuntano anche nella tormentata Grecia.
Il partito dei pirati è un movimento politico internazionale. Si batte per i diritti civili, per una democrazia quanto più possibile diretta e partecipativa, per la conoscenza libera, per la diffusione del sapere tramite la rete, per la protezione dei dati personali e la massima la libertà d’espressione. Esistono partiti pirata sia ufficialmente registrati, è il caso di Svezia, Spagna, Austria, Germania, che non come negli Usa, in Italia, in Gran Bretagna, in Francia, Russia, Belgio, Polonia e perfino in Australia. Tuttavia anche senza la registrazione formale sono comunquen attivi.
A sovraintendere i vari partiti nazionali c’è il PPI, Il Partito Pirata Internazionale: un’organizzazione sovranazionale fondata nel 2006 e che dal 2010 ha un proprio statuto riconosciuto dall’Ue.
Il partito pirata nasce in Svezia nel 2006. Ad “inventarlo” fu Rickard Falkvinge, un imprenditore e politico svedese. L’obiettivo era formare un partito per le elezioni politiche svedesi dello stesso anno. Il programma del suo Piratpartiet era difendere la libertà di informazione dalle restrizioni, a suo dire strumentali, del diritto d’autore. Per Falkvinge la condivisione del sapere era ed è un requisito necessario per lo sviluppo sociale. L’esordio non andò bene: lo 0,69% dei voti servì a poco. Tuttavia nel 2009, con le elezioni europee, andò meglio: il 7,1 permise a due “pirati” di sedere nel Parlamento europeo e rappresentare la Svezia.
Dunque l’esperienza “pirata” nasce in Scandinavia, ma si diffonde a macchia d’olio in tutta Europa.
Infatti sono nate associazioni o veri e propri partiti in tutto il mondo. Essi utilizzano il logo del Piratpartiet, una vela nera stilizzata in un cerchio, e si rifanno agli stessi ideali di base.
I pirati trovano “acque” fertili in Germania dove, dopo un inizio incerto hanno superato, nelle elezioni statali di Berlino del 2011, la soglia del 5%, ottenendo 15 seggi su 141 disponibili (il 9% della rappresentanza). Non è un fuoco di paglia. I pirati si riconfermano nel 2010 nelle elezioni statali del Saarland, ottenendo il 7,4% dei voti e 4 dei 51 seggi. Inoltre, secondo l’ultimo sondaggio, questa formazione politica che professa la libertà su internet sarebbe il terzo partito tedesco, dietro i Cristiano-democratici e i social-democratici. Forti del loro 13% delle intenzioni di voto. Recentemente è stato eletto anche il loro nuovo leader, Bernd Schlömer. «I pirati hanno dimostrato di essere in grado di introdurre temi sempre nuovi e interessanti, lascerò che sia il partito a decidere quali argomenti debbano essere messi in evidenza. I Pirati sono già presenti nei parlamenti regionali di Berlino e del Saarland. Entro le prossime due settimane potrebbero ottenere seggi in almeno altri due länder. Dopodiché, saranno pronti per il grande salto delle elezioni politiche del 2013», ha dichiarato Schlömer.
In Italia i corsari della politica non mancano, ma hanno meno successo. Nelle recenti elezioni amministrative i pirati italiani hanno ottenuto pochissimi voti. Non sono mancati candidati con uno “zero spaccato” (non si sono neanche votati da soli).
Tuttavia, seppur con sorti diverse e a macchia di leopardo, il partito pirata continua a fare proseliti.
Esso è nato anche in Grecia. E dopo appena quattro mesi dalla sua fondazione (il 14 gennaio del 2012) ha conquistato più di 32 mila voti ottenendo lo 0,5%.
Ecco come il fondatore Falkvinge si è rivolto ai suoi seguaci ellenici: «mentre i tedeschi hanno eletto il loro Piratenpartei nel Parlamento dello Schleswig-Holstein domenica scorsa, anche i Greci sono andati alle urne. Il Partito Pirata Greco ha fatto una straordinaria prima uscita elettorale.
Ottenere 32,487 voti è a dir poco fenomenale. Va notato che la distanza tra il nulla e lo 0,5 per cento è molto più grande rispetto alla distanza tra 0,5 e 5. Una volta che raggiungi il 2-3 per cento, hai la tua barra nei sondaggi, diventi “eleggibile”. Hai un’occasione al parlamento, quindi non sei più un voto sprecato.
Il PP greco ha inviato una lettera per ringraziare tutti i 32,487 cittadini per la fiducia. Ben fatto, una scelta di classe.
Ho avuto il privilegio di incontrare alcuni degli attivisti del PP Greco mentre ero a Praga il mese scorso, in occasione della riunione del Pirate Parties International. In quella riunione, i nostri fratelli e sorelle greci sono stati accolti nella community.
La Grecia è ben diversa dalla Svezia, dove il movimento ha iniziato sei anni fa, eppure lo stesso movimento politico può fare progressi molto rapidi anche in Grecia».
Vedremo.