Passaggio al digitale. Tv locali sempre più ostili ma il ministero va avanti, anche dopo la sentenza del tar

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tv localiIl TAR del Lazio, con provvedimento cautelare monocratico n.1562/2012 del 3 maggio scorso aveva sospeso il decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 14 dicembre 2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 febbraio 2011 che fissa al 7 maggio lo switch-off in Abruzzo e Molise (inclusa la provincia di Foggia). Il prossimo 23 maggio ci sarà la trattazione in sede Collegiale dell’istanza cautelare per la conferma o meno della sospensione. Per i giudici la sospensione è giustificata dal ritardo del Ministero al rilascio dei diritti d’uso delle frequenze di trasmissione. Dovrebbe intercorrere un intervallo di almeno 3-4 mesi tra la data di rilascio dei diritti di uso delle frequenze e la data di inizio dello switch-off. Un’esigenza più volte sottolineata anche dalle associazioni di settore. «E’ incredibile come in tutti questi anni il Ministero non sia riuscito ad organizzarsi, nonostante la buona volontà e l’impegno di alcuni dirigenti e funzionari, per ovviare a questa grave inefficienza – si legge in una nota della Frt -. Per l’Abruzzo, i diritti sono stati assegnati venerdì scorso con lo switch-off a partire dal 7 maggio. E che dire del Molise? Il Ministero – conclude la nota – ha pubblicato sul proprio sito internet la graduatoria provvisoria per l’assegnazione delle frequenze del Molise sabato 5 maggio fissando la scadenza per la presentazione delle osservazioni alle ore 20 di domenica 6 maggio!»
Nonostante ciò, però, il Ministero guidato da Corrado Passera ha comunque disposto il regolare svolgimento del passaggio al digitale in Abruzzo e Molise a partire dal 7 maggio, secondo il calendario stabilito dal decreto ministeriale.
Il ricorso al Tar del Lazio è stato promosso da un’emittente televisiva locale che evidenzia una situazione insostenibile. Infatti, nell’ipotesi di assegnazione dei diritti d’uso, non sarebbe possibile realizzare lo switch off nelle date previste dal decreto ministeriale impugnato poiché non vi sarebbe il tempo per progettare la nuova rete di trasmissione (sulla base delle assegnazioni frequenziali ricevute), per procedere all’acquisto degli impianti, per chiedere le autorizzazioni urbanistiche, ambientali e igienico sanitarie. Nel ricorso si spiega inoltre che la tv ricorrente, in mancanza di sospensiva sarebbe stata costretta a spegnere gli impianti analogici alla data prevista dal decreto ministeriale impugnato, cessando le relative trasmissioni senza potere, allo stesso tempo, attivare gli impianti digitali prima di alcuni mesi, con ogni evidente conseguenza.

Luana Lo Masto

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