IL FUTURO DI LA7: DE BENEDETTI OPERATORE DI RETE. CAIRO E BEN AMMAR PER I CONTENUTI

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TIMedia valuta la cessione di La7. La società potrebbe essere divisa: a De Benedetti le torri e i piloni per le frequenze, a Cairo e Ben Ammar i contenuti.
Telecom Italia Media, società commerciale italiana controllata al 77,71% dal gruppo Telecom Italia, avrebbe deciso di liberarsi di La7. L’emittente, seppur in crescita, costa troppo. Gli introiti pubblicitari del terzo polo della tv sono passati dai 115 milioni del 2010 ai 140 del 2011. Tuttavia i ricavi non coprono le spese e gli investimenti sulle star come Serena Dandini, Sabina Guzzanti, Corrado Formigli non hanno dato i frutti sperati. L’emittente ha concluso con una perdita di 22,6 milioni. Sono tanti, ma meno della metà di quelli persi nel 2010: ben 57. Il “terzo polo” televisivo, economicamente non naviga in buone acque. Le perdite accumulate sono consistenti. Tant’è vero che il pareggio di bilancio è stato rimandato al 2014.
Qualcuno ha ipotizzato che l’eventuale crisi editoriale di La7 sia dovuta al venir meno dell’argomento preferito: la critica al Berlusconi – premier. Ma questa è un’altra storia.
Tornando alla possibile cessione, se ne parlerà domani durante il cda. I consiglieri valuteranno i dati trimestrali del 2012 e penseranno alle strategie aziendali per il futuro. Un indizio da non sottovalutare la svalutazione di 45 milioni di euro, da parte di Telecom Italia (la società “madre”), delle quote di partecipazione in TIMedia, di cui la Telecom ne possiede il 77, 71%.
Se si deciderà di vendere, probabilmente si procederà separatamente: le frequenze con tanto di torri di trasmissione e i contenuti.
Si è già parlato dei possibili acquirenti. I “papabili” sono Urbano Cairo, Carlo De Benedetti e Tarak Ben Ammar.
Cerchiamo di capire chi sono questi personaggi.
Cairo, nato nel 1957, è un imprenditore e dirigente sportivo. È stato assistente di Berlusconi presso il gruppo Fininvest. Lascia l’incarico nel 1999. In seguito fonda la Cairo Pubblicità che poi diventerà la Cairo Communication, azienda che sarà quotata in borsa. Curiosità: nel 2005 diventa il presidente del Torino. C’è da precisare che Cairo ha già un piede in La7 visto che ne raccoglie la pubblicità tramite la società omonima e probabilmente lo farà almeno fino al 2019, anno di chiusura del contratto. Inoltre gli affari vanno bene soprattutto per il Tg di Mentana che fa crescere i profitti sia dell’emittente che di Cairo. Tale nome piace anche all’ad di TIMedia, Giovanni Stella che, secondo Il Fatto quotidiano, con Cario avrebbe buone possibilità di restare alla guida di La7.
È circolato anche il nome di Tarak Ben Ammar, classe 1949, imprenditore e finanziere franco tunisino. Ammar è già consigliere del gruppo Telecom Italia, oltre ad essere ad di Europa Tv, presidente di Prima Tv, proprietario del canale televisivo Sportitialia, consigliere di Mediobanca, nonché socio e amico di Berlusconi. Ben Ammar è legato a doppio filo al mondo dei media televisivi italiani visto che Prima Tv è un operatore di rete che possiede oltre 1000 torri di trasmissione lungo la Penisola, nonché proprietaria del multiplex Dfree che veicola i canali Mediaset.
Poi c’è Carlo De Benedetti, 79 anni, editore del Gruppo Espresso. Secondo Mentana De Benedetti non è il favorito. Lo stesso ingegnere smentisce: «un anno fa ero interessato a comprare La7, ma Franco Bernabè era troppo preso dal suo giocattolo. Si divertiva a seguire la tv che era una roba del tutto trascurabile emarginale per un’azienda di telecomunicazioni. Credo che la durezza della crisi imponga a Telecom di rivedere questa anomalia», ha dichiarato De Benedetti. Anche il figlio Rodolfo non sembra entusiasta di nuove avventure nella tv.
Tuttavia nell’affare La7 il Gruppo Espresso potrebbe entrarci ugualmente acquistando antenne e piloni per la trasmissione delle frequenze. In fondo sarebbe un investimento sicuro, senza dover patire per lo share “ballerino” e senza pensare a cosa e chi va in onda (ReteA e Repubblica Tv docet!).
De Benedetti potrebbe unire i 2 multiplex di TIMedia ai 2 del Gruppo Espresso occupandosi “solo” di veicolare i contenuti, anziché di produrli. Ad ingaggiare le star e riempire il palinsesto potrebbero pensarci Cairo e Ben Ammar.

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