Ma non di sola governance vive la Rai. La tv pubblica è in gravi difficoltà economiche. In arrivo altri tagli. I dipendenti protestano. Scioperi in arrivo il 9 e il 10 maggio.
Non c’è solo il dilemma di come formare il nuovo cda. Alla tv pubblica non tornano i conti.
La Sipra, azienda concessionaria per la pubblicità, non ha raccolto quanto previsto. Il primo trimestre del 2012 ha registrato un calo verticale dei ricavi da spot, rispetto alle previsioni (-50 milioni circa).
Ciò significa in sostanza 2 cose: rifare le previsioni di bilancio e programmare una nuova manovra all’insegna dell’austerità. Per il primo punto, il miliardo di euro di ricavi, auspicato per il 2012, è ormai solo un sogno. Più probabili circa 920 milioni.
Riguardo la manovra bis, pur essendo ancora ipotetica, è molto probabile, visto che la raccolta pubblicitaria non da segni di ripresa.
Per decidere su cosa, chi e come tagliare si aspetterà il nuovo cda. Tuttavia se ne parla già da tempo. Il dg, Lorenza Lei, non potendo restare indifferente ai segnali del mercato, ha già discusso con i vertici finanziari dell’azienda.
Si è parlato di tagli su tutti i capitoli di spesa: produzioni, dipendenti, controllate, comunicazione e rappresentanza.
Questo significherebbe meno risorse per tg, show, talk. E poi meno mezzi per Rai Cinema (una delle maggiori aziende culturali e creative d’Italia) e per i produttori di fiction.
È la crisi! Direte voi. Certo, ma in questo modo rischia di avviarsi un circolo vizioso “drammatico”. Mi permetto un’equazione per chiarire il concetto: meno risorse = meno qualità = meno spettatori = meno pubblicità = di nuovo meno risorse. Ci si è solo impoveriti e non si è risolto nulla.
Sul problema tagli intervenuto anche Santoro che, ricordiamo, si è candidato a nuovo dg.
«Spero solo che non si candidi ai vertici del servizio pubblico il “principe” di tutti i tagli. Insomma non vorrei che si scegliesse il miglior tagliatore. Tagli sì a spese superflue, ma non ai programmi», ha dichiarato il giornalista salernitano.
Bisogna precisare che la situazione attuale è già difficile senza ulteriori riduzioni di spese.
Ne è la prova l’insoddisfazione, potremmo dire “cronica”, di molti dipendenti; stando alle loro proteste la Rai pare che trascuri dei diritti. Il 9 maggio è stato annunciato uno sciopero annunciato dalle segreterie di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Snater. L’obiettivo è ottenere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per il personale non giornalistico. Tale contratto sarebbe scaduto da più di 3 anni.
E poi c’è la trista vicenda di Rai Corporation. Il 12 aprile la società, attiva per più di 50 anni, è stata chiusa e il 3 maggio sarà venduta all’asta pezzo per pezzo. Non solo. Il 38 dipendenti sono stati licenziati in tronco, “fired”, cioè bruciati, direbbero gli americani. Il 10 maggio saranno questi a protestare.
«Mamma Rai ci ha buttato in mezzo alla strada con le nostre famiglie lasciando senza copertura sanitaria e senza sussidio di disoccupazione gente che, come me, ha lavorato in Rai per quasi quarant’anni», ha dichiarato un dipendente.
Riforma che non avviene, guerra dei veti dei partiti, governo inerte, crisi pubblicitaria, dipendenti in crisi. Piove sempre sul bagnato.
Egidio Negri