La comunione non è stata negata. Il bambino non è stato discriminato. La mamma non ha fatto ricorso alla Corte europea. Non è stato ingaggiato nessun avvocato. È stata Striscia la notizia a smascherare la notizia “bufala”.
Una carezza al posto dell’ostia. Era questo l’accordo dei genitori con il parroco. Il bambino disabile non era pronto per la vera liturgia. L’ingerimento dell’ostia consacrata è stata solo rimandata. Tutto qui. L’elogio del buon senso, potremmo dire. E invece no.
Complice l’intervento di qualche sconosciuto mistificatore, la notizia è stata vivacemente “interpretata” da quasi tutti i quotidiani, nazionali e non solo. Ecco cosa è stato scritto: negata la Comunione ad un ragazzo disabile; la Chiesa ha discriminato un povero ragazzo sfortunato; la mamma ha interpellato la Corte europea dei diritti dell’uomo e così via. Tutto falso, ma lo si è scoperto dopo.
Per qualche giorno ha montato la polemica. La “pseudonotizia” aveva una componente “emotiva” molto forte. Cosa può esserci di più “succoso” di un prete che nega la Comunione ad un disabile. E giù con le critiche. Ecco che non sono mancate reazioni vigorose dei cittadini del luogo, con tanto di vasi fracassati contro la porta della canonica della parrocchia, rea di aver “discriminato” un ragazzo disabile.
In realtà hanno sbagliato un po’ tutti tranne il parroco, ad iniziare dalle agenzie, Ansa e Agi, che hanno riportato la notizia taroccata. Poi tutti i maggiori quotidiani sono caduti nel trappolone. Ecco qualche testata “vittima” dell’equivoco: Il Corriere della sera, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa, Il Resto del Carlino, Il Giornale. Persino i “mastini” de Il Fatto quotidiano hanno seguito l’erronea scia.
Solo l’Avvenire, giornale di matrice cattolica, ha riportato la vera notizia spiegando i dettagli dell’accaduto.
Ecco come è si è svolta la vicenda. Una coppia di conviventi, a fine febbraio, si recano nella parrocchia di Porto Garibaldi (che non è il paese in cui vivono) per chiedere se il proprio figlio, disabile, possa ricevere la comunione. Il sacerdote e i catechisti si mettono subito a disposizione e cercano di preparare al meglio il ragazzo. Vengono forniti appositi supporti didattici multimediali per il catechismo a distanza e si sorvola sulle, peraltro giustificate, assenze alle messe.
Tuttavia nelle “prove generali” della cerimonia, avvenute all’inizio di aprile, il ragazzo sputa un pezzo di ostia non consacrata. Il parroco e i genitori convengono che i tempi non sono ancora maturi per la liturgia “standard”. Ecco che nasce l’idea della carezza al posto dell’ostia. Per quest’ultima si aspetteranno tempi migliori.
Una storia di sofferenza e di intese tra cittadini e comunità cristiana. Tuttavia l’intera vicenda viene distorta e data in pasto ai media: un’attrice, o meglio un’imbrogliona, ha interpretato il ruolo del genitore del bambino, con tanto di numero di telefono e interviste rilasciate. Ecco che nasce la storia della “crudele discriminazione”. Inoltre la “falsa” mamma ha dichiarato di aver ingaggiato due legali, Antigico Zannaco e Antonio Ricci, per un esposto alla Corte europea dei diritti dell’uomo «violazione della libertà religiosa».
Hanno abboccato tutti, tranne Striscia la notizia. Il tg satirico, incuriosito dai nomi dei due avvocati, è andato a fondo e ha scoperto la verità. In effetti Antigico Zannaco è l’anagramma di Giacinto Canzona. Stiamo parlando dell’avvocato che, per farsi pubblicità, ha inventato una miriade di storie strane in cui compariva come difensore dei protagonisti: dal gatto milionario all’aborto sulla nave Concordia. E poi Antonio Ricci, il regista di Striscia la notizia, il programma che ha lo ha smascherato.
Ma chi è stato ad imbastire il tranello e ha “truccare” la notizia? Il tg satirico ha intervistato l’avvocato Canzona per cercare di capire se ci fosse il suo zampino. Il legale ha negato: «non è il mio stile; si tratta di una questione delicata; è un mio emulo».
Triste storia, ma se fosse stata vera sarebbe stato peggio.
Egidio Negri