LETTERA 22: APPELLO A PELUFFO, NO A OSCURAMENTO RASSEGNE STAMPA ON LINE

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“L’oscuramento della rassegna stampa on line da parte del Governo e dei ministeri dell’Economia, Lavoro e Funzione Pubblica desta preoccupazione. La denuncia fatta dal blog ‘il Cicalino’ ha costretto Palazzo Ghigi ad un’ammissione di ‘colpa’ priva di quella necessaria attenzione alle esigenze degli utenti della rete”. E’ quanto dichiarano il presidente di Lettera22, Paolo Corsini, e il componente del direttivo Pierangelo Maurizio e Sabrina Fantauzzi, responsabile del settore web per L22. “Lavorando tutti nel settore dei media-hanno affermato- comprendiamo la necessità degli editori e dei giornalisti di tutelare il diritto d’autore. E’ quindi indispensabile una riforma di settore, una riforma che però tenga conto dei cambiamenti della comunicazione nell’era digitale. Il black out sic et simpliciter rappresenta un errore di forma e di sostanza che lede quel principio di web democracy e di web transparency di cui questo Governo e la Fieg si fanno vanto e che potrebbe pericolosamente esterndersi ad altre amministrazioni e istituzioni”.
“Le rassegne stampa on line -hanno precisato- sono un servizio fondamentale per i cittadini e per gli operatori dell’informazione. Questa decisione rappresenta un ulteriore colpo inferto il pluralismo dell’informazione che si alimenta anche e soprattutto della pluralità degli strumenti informativi, tra cui le rassegne stampa on line. Dalla lettera della Fieg, pubblicata sul Cicalino si apprende che gli editori hanno aperto un confronto con gli operatori economici di settore (le aziende fornitrici di rassegne stampa). Ma risultano del tutto esclusi i rappresentanti della rete, i rappresentanti dei cittadini attraverso le associazione di tutela dei consumatori, e dei giornalisti che pure sono stati costretti dal mercato ad ‘adeguarsi’ alla comunicazione digitale”.
“Chiediamo pertanto – hanno concluso- che il sottosegretario Paolo Peluffo (foto), per le deleghe di competenza e la Fnsi si facciano promotori di una richiesta affinché tutta la filiera dell’editoria, dal produttore al consumatore, sia adeguatamente rappresentaa per contribuire alla riforma del sistema. Altrimenti, questa decisione si configura per quella che è: un semplice atto di censura”.

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