FNSI: NO AL DDL INTERCETTAZIONI, SI’ ALL’INFORMAZIONE SU FATTI DI RILIEVO PUBBLICO

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Si torna a sull’argomento intercettazioni, al centro delle polemiche montate verso i partiti che spingono per inserirlo nel pacchetto-giustizia.
La protesta scaturisce dalle conseguenze che deriverebbero dall’inquadramento a norma della pubblicazione delle intercettazioni.
Il timore è quello di andare incontro a restrizioni che mettono il bavaglio all’informazione, afferma Roberto Natale, presidente del sindacato dei giornalisti.
Natale difende lo strumento delle intercettazioni nelle mani dei giornalisti, come arma per garantire la diffusione di fatti di rilievo pubblico che i cittadini hanno il diritto di conoscere.
I fatti recenti inquadrano effettivamente l’uso delle intercettazioni in questa direzione, solo ultime in ordine cronologico le conversazioni intercettate di Umberto Bossi e figlio che hanno portato allo scandalo ed alle rispettive dimissioni.
In merito alla questione si era già espresso Antonio Di Pietro, in occasione della manifestazione dell’Fnsi contro la legge sulle intercettazioni in discussione alla Camera, tenutasi nell’Ottobre 2011.
Il leader dell’Idv aveva sollecitato Napolitano a prendere posizione contro il ddl intercettazioni.
Ora si riaccende la discussione, posta all’attenzione del ministro della giustizia Paola Severino da parte di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera.
Da parte sua il ministro Severino si è detta fiduciosa per la presenza di ampi spazi per una riforma condivisa, e al riguardo dello spinoso tema delle intercettazioni, sembra che il ministro abbia intenzione di seguire il cosiddetto “Testo Bongiorno”.
Il testo prevede l’udienza filtro sugli ascolti rilevanti così da mettere fine all’abuso dei verbali sui giornali.
Possibilità che metterebbe un freno all’ integralità dell’informazione come sostenuto dai cronisti e dai rappresentanti di categoria, intanto a partire dal 17 Aprile il tema delle intercettazioni assieme a quello della corruzione e della responsabilità civile dei magistrati, verrà portato nelle commissioni in Camera, a quanto annunciato dal ministro.

Arianna Esposito

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