Lo scorso 30 marzo in una lettera inviata ai Presidenti della Camera e del Senato, la coalizione civile, Open Media Coalition, ha incalzato le alte cariche dello Stato sull’esigenza di una convocazione dell’osservatore internazionale, Mr Frank La Rue, al fine di garantire procedure trasparenti in vista dell’imminente rinnovo dell’Autorità garante nelle comunicazioni.
Mentre il Governo sarebbe in procinto di varare un decreto legge in grado di conferire all’Agcom poteri pressochè esclusivi in materia di enforcement contro la pirateria online, la scadenza del mandato dei suoi commissari si avvicina e con essa la nomina di cinque nuovi rappresentanti a cui verrà affidato il destino della libertà di espressione e comunicazione su internet. E’ quello che potrebbe accadere qualora il regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica (delibera 398/2011) venisse approvato prima del 16 maggio. Si tratta di aspetti strettamente connessi, sintomo di una potenziale deriva antidemocratica scandita dall’approvazione a porte chiuse di uno schema di regolamento non discusso in Parlamento e da una prassi di nomina di stampo politico dei tecnici Agcom chiamati ad applicarlo in via amministrativa. Una situazione che l’avv. Guido Scorza, coordinatore dell’Associazione richiamata, definisce “costituzionalemte insostenibile”.
Partendo da tali considerazioni, Open Media Coalition, coalizione apartitica ed indipendente di enti ed associazioni civili, ha raccolto le preoccupazioni dell’opinione pubblica, nell’ambito della campagna “vogliamotrasparenza.it” rivolgendo un preciso appello allo Stato. Nella lettera viene invocato l’intervento del relatore speciale designato dalla Commissione dei
diritti umani delle Nazioni Unite, Mr Frank La Rue, chiamato ad indagare sulle problematiche emergenti nei vari paesi dell’Onu in tema di promozione e tutela del diritto alla libertà di opinione e di espressione. Una richiesta motivata dall’imminente approvazione del Governo di un provvedimento di legge atto a rendere l’Agcom “responsabile, in via pressoché esclusiva, del destino dell’informazione online accessibile nel nostro Paese. In tale contesto, come già chiesto, sin qui, senza risposta nei giorni scorsi, ai Segretari di tutte le forze politiche – La invitiamo a garantire la massima trasparenza nei processi di nomina dei citati membri dell’Authority”.
La lettera ha in primisi lo scopo di rendere ufficiale la disponibilità all’avvio di una missione di osservazione peraltro già accordata dal relatore La Rue in numerosi incontri con esponenti della società civile tenutisi in Italia. Un incarico che gli spetterebbe in qualità di mandatario dell’Onu per tre anni (risoluzione 16/4 del 24 Marzo 2011) ed in forza del quale l’esperto sarebbe chiamato a: formulare raccomandazioni e fornire suggerimenti sui modi e mezzi per promuovere al meglio e tutelare il diritto alla libertà di opinione e di espressione in tutte le sue manifestazioni, contribuendo alla fornitura di assistenza tecnica o di servizi di consulenza per l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
“Si tratta di una misura seria e di grande peso istituzionale – prosegue la lettera – ma, sfortunatamente irrinunciable nell’attuale contesto socio-politico del paese, in considerazione dell’estrema rilevanza del ruolo e dei poteri dei quali i soggetti da nominare verranno a disporre e della pressochè totale assenza di regole idonee a garantire che i relativi processi di selezione avvengano in modo trasparente”.
Una richiesta di maggiore chiarezza a livello istituzionale è stata peraltro sollevata in più occasioni dal commissario uscente dell’Agcom, Nicola D’angelo, ex relatore del discusso schema di regolamento sul diritto d’autore online, nonché unica voce contraria all’approvazione del testo: “Sull’Agcom è stata fatta un’operazione di taglio dei suoi membri ma non una riorganizzazione sul piano rappresentativo. E’ un tema di grande evidenza che spero il Parlamento voglia affrontare”. Sempre sul rinnovo dei commissari D’angelo avverte: “I candidati scelti dal Parlamento devono avere i requisiti per affrontare questioni delicate come la libertà della rete, il copyright e la neutralità”.
Nonostante le rassicurazioni date dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, sugli effetti non censori della norma di interpretazione autentica allo studio del CdM, i dubbi permangono.
A farsene portavoce è stato da ultimo Assoprovider che in una nota diramata nelle scorse ore ha espresso preoccupazione per un provvedimento “che trasformerebbe l’Autorità Garante per le Comunicazioni nell’unico sceriffo della Rete con enormi poteri che consistono nell’accertamento e nell’inibizione dei reati legati alla violazione del diritto d’autore che oggi sono giustamente demandati alla Magistratura coadiuvata dalle forze di Polizia” E prosegue “Il diritto d’autore, come da noi richiesto, è in discussione in Parlamento e l’AGCOM è in scadenza ma con il blitz di Catricalà che potrebbe tradursi in
decreto legge, tutte le modalità democratiche in atto verrebbero spazzate via di colpo, scavalcando il Parlamento e permettendo subito l’approvazione del regolamento AGCOM, bruciando sul tempo la scadenza del suo mandato. Con tali atteggiamenti non si mette in discussione solo il diritto d’autore, ma tutto il nostro ordinamento giuridico e la Costituzione”.
Il tema è rilevante sia dal punto di vista giuridico sia in primis politico, tanto da meritare quanto prima considerazioni ufficiali anche da parte dal Premier Monti interpellato dai Senatori Marco Perduca (Radicali), Donatella Poretti (PD), Vincenzo Vita (PD) e Luigi Vimercati (PD).
Manuela Avino
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Diritto d'Autore NOMINE AGCOM E DIRITTO D’AUTORE ONLINE, LA SOCIETA’ CIVILE INVOCA L’INTERVENTO DELL’ONU