FEDE LASCIA IL TG4. SI CANDIDERÁ COME DEPUTATO?

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Via l’ottantenne Fede, dentro il quarantaquattrenne Giovanni Toti. È il «rinnovamento editoriale della testata», ha comunicato Mediaset.
Fede, pur sapendo di essere agli sgoccioli, affermò che sarebbe voluto «arrivare almeno fino all’autunno», per poi candidarsi alla Camera con il Pdl, «perché con Berlusconi sono già d’accordo».
Non è andata così. Non è stata raggiunta una risoluzione consensuale e i vertici di Mediaset, indifferenti al desiderio di Fede, hanno assegnato a Toti, già direttore di Studio Aperto, la guida del Tg4. Pare che sia l’ennesimo dispiacere per l’ex direttore che di certo non sta passando un periodo sereno.
Fede è ancora indagato per favoreggiamento alla prostituzione, insieme a Berlusconi, e per concorso in bancarotta fraudolenta, insieme a Lele Mora. Inoltre una fonte anonima ha “spifferato” che Fede, nel dicembre del 2011, avrebbe cercato di depositare 2,5 milioni di euro in una banca di Lugano. Quest’ultima ha rifiutato il denaro per indubbia provenienza. È ancora tutto da verificare, ma l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanze hanno avviato un’indagine per riciclaggio.
Tornando al Tg4, l’epoca di Fede è finita. Ma come è arrivato l’ex direttore al notiziario Mediaset? Facciamo un po’di storia.
Emilio Fede, classe 1931, figlio di un brigadiere, già nel 1954 inizia a collaborare con la Rai.
Nel 1964 sposa Diana De Feo, figlia di Italo De Feo, allora vicepresidente della tv pubblica, meritandosi l’appellativo di “ammogliato speciale” e “genero di prima necessità”.
Ha lavorato per 8 anni come inviato speciale in Africa dove, per un contenzioso relativo alle spese di viaggio, si guadagna il soprannome di “Sciupone l’africano”. Poi lavora al Tg1 dove, nel 1976, ne diventa il conduttore e poi, per due anni, direttore. Nel 1987 lascia la Rai a causa di un processo (da cui fu assolto), in cui era accusato di gioco d’azzardo.
Nel 1989 passa a Fininvest, dove inizierà ad “adorare” Berlusconi. Inizia come direttore di Video News, poi di Studio Aperto. Nel 1993 lascia l’incarico per dirigere il Tg4, dove ha lavorato fino ad ieri.
La sua linea editoriale, giudicata faziosa, lo ha esposto a critiche dell’Osservatorio di Pavia, associazione che studia il pluralismo nei notiziari italiani, e dell’Agcom.
Nel 2004 e nel 2006 fu multato dall’Autorità per mancato rispetto della par condicio. Fede minacciò di dimettersi, ma poi resto per amore dei telespettatori, o almeno così disse.
Nel 2007 Fede ebbe una discussione con Piero Ricca. Quest’ultimo affermò che Rete4 occupava abusivamente le frequenze di Europa 7. Pare che Fede litigò col reporter per poi querelarlo.
L’ex direttore criticò anche Roberto Saviano, accusandolo di essersi arricchito grazie alle denuncie contro la camorra.
Per il quotidiano La Repubblica il Tg4 era «una sorta di operetta, caratterizzato da una difesa acritica di Berlusconi; un cabaret, ogni anno sempre più spettacolo e meno tg».
Ora visto che Fede è già d’accordo con Berlusconi, dovremo accollarcelo come deputato. L’ex premier sarà ricomperare la fedeltà del prode soldato.
Egidio Negri

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