Sulle pagine del sito internet di “RE LE inchieste”, il sito dedicato al giornalismo investigativo curato da Repubblica e l’Espresso, è reperibile un’intervista integrale con uno dei leader di Anonymous Italia.
Il giornalista Riccardo Stagliano è riuscito ad incontrare l’anonimo attivista della rete solo previo concordo sulla segretezza assoluta sul luogo ed identità dell’intervistato.
Le comunicazioni sono avvenute esclusivamente via mail anch’essa criptata, ed al momento dell’incontro l’uomo si presenta in tenuta borghese: completo blu, cravatta a pois ed occhiali da sole.
Il giornalista appare sorpreso, aspettandosi piuttosto di vedere il suo intervistato indossare la divisa d’ordinanza dell’hacker con felpa e cappuccio.
L’uomo ovviamente non rivela il suo vero nome ma preferisce presentarsi con uno tra i seguenti nickname impronunciabili: “Mendax, Attila, Savant, Phate Lucas, N4pst3r, Kirya, Case, B, Tor4k1k1, Netsec.”
Finite le presentazioni si passa ai fatti, chi è Anonymous, contro chi agisce e perché lo fa.
Anonymous è un sistema che non si basa su gerarchia:
“Comunque direi che siamo una cinquantina di persone che contribuiscono regolarmente e sei- sette con un ruolo di coordinamento, gli organizzatori.
La parola tabù è “capo”.
Qui, come nei vari Occupy, non c’è gerarchia.
Chiunque può proporre delle azioni nelle chat.“
Contro chi agiscono? tra gli ultimi attacchi c’è quello a Trenitalia collegato alla protesta No Tav , così come spiega il leader:
“Anonymous è totalmente No Tav: per i costi, l’inutilità, i rischi per la salute.
Per questo qualche giorno fa abbiamo fatto un attacco blando a Trenitalia.
Un DDoS fatto bene, non solo al sito, ma anche alle biglietterie online.
Però qualcuno dei nostri ha fatto filtrare in anticipo la rivendicazione, favorendo la difesa.
E i loro tecnici sono stati bravi”.
Sul perché Anonymos ed i suoi seguaci agiscano in questo modo l’intervistato non lascia trasparire molto ma promette nuovi attacchi: “Ci saranno un paio di botti, nelle prossime settimane” e invita a diffidare delle imitazioni: “Su Facebook, per dire, sono nate varie pagine che usano il nome di Anonymous senza avere niente a che fare, giura, con la cellula originaria”.
Ed a questo punto è tutto inverificabile anche la reale appartenenza dell’uomo alla cellula di mascherati della rete.
Arianna Esposito