Il mondo del lavoro è in agitazione, la Cgil si dice pronta a dare battaglia contro le norme proposte dal governo e in particolare per l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Si punta alla mobilitazione nazionale e allo sciopero. Le iniziative proposte riguardano una petizione popolare per raccogliere milioni di firme; iniziative specifiche con i giovani per contrastare le norme sbagliate sul precariato; campagna nazionale a tappeto di informazione in tutti i territori; prime mobilitazioni nei posti di lavoro e nei territori; assemblee in tutti i luoghi di lavoro; avvio del lavoro con la Consulta giuridica per i percorsi legali (ricorsi, ecc); 16 ore di sciopero generale: 8 per le assemblee e iniziative specifiche e 8 ore in un’unica giornata con manifestazioni territoriali e assemblee nei posti di lavoro.
E per i giornalisti? Da più parti si levano accuse nei confronti della Fnsi e del suo silenzio. «La riforma del mercato del lavoro pensata dal Governo Monti e condivisa dalle parti sociali con l’eccezione della Cgil è il compimento di anni di attacco ai diritti dei lavoratori e rappresenta il definitivo smantellamento delle garanzie costruite, dal dopoguerra a oggi, a difesa dei più deboli», ha affermato in una nota il segretario dell’Associazione stampa romana, Paolo Butturini, che chiede alla Fnsi di “mobilitarsi”. «La cancellazione di fatto dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori – spiega il leader del sindacato dei giornalisti del Lazio – si inserisce in un quadro che lascia sostanzialmente intatta le disparità di trattamento fra precari e, a questo punto, ex-garantiti, che rinvia a data da destinarsi l’accelerazione delle procedure giudiziarie, che non estende gli ammortizzatori a tutte le fattispecie contrattuali, lasciando così scoperti milioni di lavoratori, che riduce l’indennità di mobilità a un solo anno e che non cancella, se non in minima parte, la giungla dei cosiddetti contratti di lavoro atipici.
L’indennizzo previsto per i licenziamenti poi, senza un’azione di sveltimento dei processi civili, rischia di diventare per i dipendenti l’ennesimo credito inesigibile».
«Si aggiunga – sottolinea ancora Paolo Butturini – una beffa che riguarda in particolare i giornalisti, visto che la lotta alle ‘false partite Iva’ varrà per tutti tranne gli iscritti agli albi professionali, per cui per la nostra categoria ci sarà libero diritto di sfruttamento, mettendo l’Ordine nell’imbarazzante situazione di essere l’escamotage per aggirare la regolarizzazione del lavoro dipendente».
Il silenzio del sindacato dei giornalisti era già stato “ripreso” da ‘Puntoeacapo’, componente della Federazione nazionale della Stampa che è detta «colpita ma non stupita dal silenzio della Fnsi su questa partita strategica che potrebbe coinvolgere l’intera professione giornalistica».