La delibera 93/12 dell’Agcom ha come oggetto l’approvazione del Piano di assegnazione delle frequenze televisive digitali per Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Le sei regioni citate sono le ultime a sottoporsi allo switch-off, il procedimento che attua la transizione dalle tradizionali trasmissioni analogiche alla televisione digitale terrestre. Saranno diciassette i canali a disposizione per le emittenti locali di Abruzzo, Molise e Basilicata, mentre Puglia, Calabria e Sicilia ne hanno ricevuto diciotto. Le reti digitali sono realizzate con la tecnica isofrequenziale, particolarmente adatta per lo standard trasmissivo DVB-T . Questo significa che le emittenti potranno irradiare lo stesso segnale da più postazioni, in maniera contemporanea e sulla stessa frequenza. I problemi strutturali (interferenze) potranno essere risolti con l’ausilio delle tecnica MFN, che utilizza più frequenze provenienti da siti diversi per garantire la copertura di un determinato segnale.
L’Agcom ha sottolineato che gli utilizzatori dovranno rispettare i vincoli radioelettrici stabiliti dall’ITU nella Conferenza di Ginevra del 2006. In pratica le emittenti locali, nel pianificare l’utilizzo delle frequenze, dovranno evitare di interferire con i piani di riferimento delle aree tecniche limitrofe. Come per le altre regioni, varrà il principio di equivalenza, che consente agli operatori di utilizzare qualsiasi area non coperta dal Piano, fermo restando che è necessaria un’autorizzazione preventiva dalle autorità regionali competenti (delibera 15/03 CONS).
Sorgono però alcuni problemi logistici che l’Agcom non sembra aver previsto. “In Abruzzo, fa notare il presidente della FRT Filippo Rebecchini, il monte San Silvestro è causa di interferenze che rischiano di oscurare la città di Pescara”. L’Autorità ha proposto di sostituire il sito di San Silvestro con la piattaforma alternativa di Francavilla, che sembra idonea sotto il profilo della compatibilità internazionale. Di fatto però la piattaforma non è ancora operativa e valutazioni svolte dall’Autorità confermano che la mancanza di entrambi i siti potrebbe provocare un black-out in buona parte del Pescarese. Incapace di trovare soluzioni in merito, l’Agcom stabilisce che l’opera di delocalizzazione degli impianti deve essere attuata concordando tra i soggetti interessati un piano di migrazione che consenta il raggiungimento di tutti gli obiettivi.
Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali, ha posto all’attenzione pubblica la complicata questione dello Stretto di Messina, che coinvolge le regioni Sicilia e Calabria. La conformazione orografica della zona origina uno strano fenomeno di sostituzione: impianti situati in provincia di Reggio Calabria irradiano il proprio segnale nelle province di Messina e Catania e, viceversa, siti ubicati in Sicilia servono la costa calabrese. Analogamente al caso San Silvestro, l’Autorità si sbarazza della problematica, precisando che le particolari condizioni dello Stretto non possono essere analizzati in sede di pianificazione delle risorse, ma devono essere valutate dal MSE-Comunicazioni nel momento in cui assegnerà i diritti di uso delle frequenze.