Sul campo tedesco lo scontro tra i sistemi operativi iOs e Android è giunto ormai ai ferri corti, complici battaglie legali vinte solo in parte. Di alcuni giorni fa è la notizia della vittoria del colosso di Cupertino contro Motorola Mobility accusata di violare un brevetto sulla gestione delle foto ed immagini per i dispositivi touch-screen (brevetto europeo EP2059868) impugnato davanti alla Corte Regionale di Monaco. Un risultato parziale, proprio perchè il verdetto incrimina la protetta di Google solo nella funzione “zoom-in” tralasciando di fatto la modalità “zoom-out”, ovvero l’ingrandimento delle foto previsto dalla stessa opzione. Trattandosi di funzionalità software, la sentenza concede ampio margine di intervento a Motorola che potrà così studiare una soluzione alternativa per aggirare l’ingiunzione di blocco emessa dal giudice, Peter Guntz, contro i device distribuiti in Germania. Il giudizio stavolta sembra peccare solo di efficacia mentre risulta coerente con la decisione già espressa in Olanda contro l’altro rivenditore Android, Samsung, che si era visto bloccare le vendite dei propri dispositivi, per aver violato la medesima tecnologia. Un provvedimento che avevo sancito in quell’occasione il ritiro dal mercato tedesco della linea di smartphone Galaxy: Galaxy S, Galaxy S II e i dispositivi Ace.
Di esito opposto è però il verdetto emesso nella giornata di venerdì dalla Corte regionale del Mannheim, che ha respinto due denunce delle 13 depositate dalla Mela contro l’azienda Sudcoreana, riguardo il brevetto relativo al sistema di sblocco sui dispositivi touchscreen “slide-to-unlock”. Trattasi della licenza europea EP1964022 mediante cui la Apple si era aggiudicata davanti alla stessa Corte, un round contro Motorola ad agosto dello scorso anno, condannata a eliminare la tecnologia di sblocco, ritenuta di proprietà intellettuale di Cupertino. Un riconoscimento che aveva fatto ben sperare alla Apple in un giudizio favorevole nella battaglia legale sferrata contro Samsung, al fine di rafforzare la posizione dei dispositivi iOs a discapito dell’ormai affollato mercato dei rivenditori android.
Una aspettativa disattesa grazie al ribaltone operato proprio da quella corte tedesca che le aveva dato in un primo momento ragione. Quella che sembrava dunque una crociata contro il sistema oparativo open source di Google dall’esito scontato per la società di Cupertino, almeno in Germania, sembra ora trasformarsi in una sorta di campo minato.
Manuela Avino