La Commissione Industria del Senato ha approvato ieri sera il decreto-legge sulle liberalizzazioni. A partire da stamattina il provvedimento è all’esame dell’Aula.
EDICOLE
I relatori hanno presentato un emendamento interamente sostitutivi dell’articolo 39 del decreto legge (Liberalizzazione del sistema di vendita della stampa quotidiana e periodica e disposizioni in materia di diritti connessi al diritto d’autore) che modifica la normativa per le edicole. L’emendamento non prevede più la possibilità di defalcare il valore del materiale fornito in conto vendita e restituito a compensazione delle successive anticipazioni al distributore. Anche se resta per le edicole la possibilità di vendere anche altri prodotti, rispetto ai soli giornali. Le edicole potranno praticare sconti sulla merce venduta ma non potranno, come inizialmente previsto, rifiutare le forniture di prodotti complementari forniti dagli editori e dai distributori.
CONTRIBUTO PER L’ANTITRUST
Un emendamento , presentato da Enzo Ghigo (Pdl) ha introdotto un contributo da parte delle società di capitale per finanziare l’Antitrust. La norma prevede che all’onere derivante dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato si provvede mediante un contributo di importo pari allo 0,08 per mille del fatturato risultante dall’ultimo bilancio approvato dalle società di capitale, con ricavi superiori a 50 milioni di euro. La soglia massima di contribuzione a carico di ciascuna impresa non può essere superiore a cento volte la misura minima. La prima applicazione della norma è prevista dal 2013 e il contributo sarà versato direttamente all’Autorità con le modalità determinate dalla stessa con propria delibera, entro il 30 ottobre 2012. A partire dal 2014 il contributo è versato ogni anno, direttamente all’Autorità entro il 31 luglio. Eventuali variazioni possono delle modalità contributive possono essere adottate dall’Authority nel limite massimo dello 0,5 per mille del fatturato.
ICI/IMU PER GLI ENTI NON COMMERCIALI
Il Presidente del Consiglio ha presentato un emendamento in merito all’esenzione dall’imposta ICI/IMU di cui beneficiano gli enti non commerciali. I criteri seguiti prevedono: l’esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; l’abrogazione immediata delle norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; – l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale; l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal Ministro dell’economia e delle finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile.
POSSIBILI FUSIONI E ACCORPAMENTI TRA LE PROFESSIONI
Le professioni potranno cogliere l’occasione della riforma degli ordinamenti, entro il 12 agosto, per fusioni e accorpamenti. Lo prevede l’emendamento del Governo al decreto legge liberalizzazioni, votato nella seduta notturna in commissione Industria al Senato. Due le condizioni fissate dalla legge: che l’operazione sia volontaria e che coinvolga professioni le quali svolgono attività similari. La novità va a incidere sul decreto legge 138, articolo 3, comma 5. La misura – anche se i tempi sono molto stretti – potrebbe consentire a geometri, periti industriale e agrari di arrivare all’Albo unico dei tecnici. L’ostacolo da superare è costituito dalla regolamentazione per i laureati triennali: oggi gli junior possono optare per l’abilitazione agli Albi dei “vecchi” diplomati o dei laureati e sono contrari a essere convogliati, obbligatoriamente, verso l’Albo di geometri e periti. Anche perché – come ha recepito il Consiglio di Stato, con la sentenza 686/2012 – i laureati triennali non si riconoscono nei geometri o nei periti. Si vedrà se l’opportunità consentita ora dalla legge potrà essere sfruttata.
Per il resto il nuovo articolo 9 del decreto legge liberalizzazioni conferma la riscrittura dell’iter per determinare il corrispettivo delle prestazioni. Cancellate le tariffe, il ministero della Giustizia avrà 120 giorni per definire i parametri per i giudici che devono liquidare le parcelle.
L’eventuale riferimento del professionista ai parametri non costituisce più nullità del contratto. In ogni caso, la misura del compenso deve essere resa nota al cliente con un preventivo di massima; deve essere adeguata all’importanza dell’opera e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, compresi spese, oneri e contributi.
SOCIETÀ
L’altra novità degli emendamenti riguarda le società. «Il socio professionista può opporre agli altri soci il segreto concernente le attività professionali a lui affidate». Una previsione che dovrebbe mettere al riparo, rafforzando gli ordinamenti professionali, gli iscritti agli Albi da eventuali sconfinamenti dei finanziatori.
Per quanto riguarda la composizione del capitale è confermato che i soci finanziatori potranno avere al massimo il 33% delle partecipazioni o dei diritti di voto. I professionisti devono avere la garanzia dei due terzi: questa condizione è vincolante e il mancato rispetto determina la cancellazione dall’Albo della società. La sanzione presuppone il fatto che nascano sezioni degli Albi dedicati alle società che hanno per oggetto sociale lo svolgimento di un’attività professionale. Prima della cancellazione è previsto un periodo di sei mesi in cui sarà possibile rimettersi in regola.