UCCISE PER UN DEBITO. 14 ANNI AL CONDUTTORE TELEVISIVO ALESSANDRO COZZI

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Condannato a 14 anni di reclusione Alessandro Cozzi, l’educatore e conduttore televisivo che ha confessato di aver ucciso lo scorso 29 marzo il titolare di un’agenzia di lavoro interinale, Ettore Vitiello, con 53 pugnalate per un debito da 17mila euro. La condanna è stata emessa con rito abbreviato, dunque con lo sconto di un terzo della pena partendo da 21 anni, dal giudice per l’udienza preliminare Elisabetta Meyer. Il legale dei familiari, Gaetano Pecorella, ha parlato di una “pena inadeguata per la crudeltà del fatto”. Cozzi è indagato anche per un omicidio avvenuto nel ’98, un ‘cold case’ riaperto da poco.
Cozzi, educatore familiare che qualche anno fa ha condotto sui canali Rai la trasmissione Diario di famiglia, il 29 marzo 2011 uccise Vitiello, 58 anni, dopo essersi presentato nell’ufficio della sua agenzia. Stando alle indagini, Cozzi non voleva restituire alla vittima circa 17mila euro che gli doveva. L’ex conduttore tv è anche indagato per omicidio in un altro filone di indagini relative alla morte di Alfredo Capelletti, che oltre 13 anni fa era un socio in affari di Cozzi Una morte avvenuta nel 1998. Il pm milanese Maurizio Ascione nei mesi scorsi, ha riaperto il ‘cold case’, che all’epoca era stato archiviato come un suicidio. E’ in corso una perizia sul dna e sulle impronte digitali rinvenuti sul coltello che venne ritrovato in mano a Capelletti. Gli esiti degli accertamenti, in sede di incidente probatorio, verranno discussi davanti al gip il prossimo 21 marzo.

Per l’omicidio Vitiello il pm aveva chiesto una condanna a 16 anni di carcere, ma il gup Meyer è partita dalla pena minima di 21 anni e l’ha ridotta di un terzo per lo sconto del rito abbreviato. Il pm non aveva contestato alcuna aggravante e aveva tenuto conto, nel quantificare la pena, della confessione dell’uomo e della sua volontà di risarcire la famiglia della vittima. “Quella comminata dal giudice – ha spiegato l’avvocato Pecorella, che assiste uno dei due giovani figli di Vitiello, parti civili assieme alla moglie – è una sanzione inadeguata. Si poteva contestare l’aggravante della crudeltà per le tante coltellate, molte delle quali inflitte alla schiena, schiacciando la vittima a terra con un ginocchio”.

Per il legale, inoltre, “potevano essere contestati anche la premeditazione, a causa del coltello che Cozzi si portò dietro attendendo anche l’uscita dei colleghi di Vitiello, e i futili motivi, perché l’imputato ha ucciso per poche migliaia di euro”. L’avvocato, infine, ha chiarito che Cozzi “finora ha dato solo un anticipo di risarcimento ai familiari”.

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