Il Codice etico tutela l’immagine della donna e difende la lingua italiana, ma solo l’intervento di Celentano è sotto osservazione.
Non sono ancora smaltite le tensioni del Festival di Sanremo. Il dg Rai, Lorenza Lei, ha convocato un apposito Comitato per valutare eventuali violazioni del Codice etico da parte di Celentano.
La “scorribanda” dialettica del molleggiato ha investito un po’ tutti: giornalisti, Consulta e soprattutto la Chiesa. Il cantante di Galbiate ha tuonato contro Avvenire e Famiglia Cristiana, i principali giornali cattolici italiani, definendoli politicizzati e auspicandone la chiusura. La Chiesa non ha digerito la critica e la cattolicissima Lei, tanto raccomandata dal Vaticano, sembra dunque obbligata almeno ad una accertamento etico. Faccia pure.
C’è da sottolineare che il tanto sbandierato Codice etico non sono un insieme di precetti astratti e discrezionali, ma è un documento di 47 pagine, chiaro e preciso, approvato all’unanimità dal cda dalla Rai, che stabilisce i valori comportamentali fondativi dell’azienda e che tutti devo rispettare: dai massimi dirigenti all’ultimo ospite di un talk show.
Il documento prevede un “pluralismo universale” inteso come «diritto dell’utente ancor prima che come diritto dei soggetti da rappresentare». Dunque tutte le condizioni culturali, politiche e sociali devono essere rispettate.
Tale pluralismo si estende a tutte le manifestazioni di pensiero proponendo e incoraggiando «questioni innovative e di interesse rispetto alle mode correnti». Dunque in teoria sarebbe ben accetta una voce “scomoda” fuori dal coro.
Il Codice parla anche dell’immagine della donna che «non deve rispondere a stereotipi riduttivi e strumentali». Dunque non dovrebbe venir fuori l’immagine della donna oggetto, tutta curve che lederebbe la dignità della persona.
A questo punto bisognerebbe i costumisti di Belen? Forse sarebbe da “bacchettoni”, ma il Codice è chiaro.
Poi c’è la questione della lingua italiana. «Il servizio pubblico deve caratterizzare la propria programmazione anche con la correttezza del linguaggio. La lingua italiana deve avere difesa efficace e deve favorire la conoscenza della cultura italiana nel mondo». Dovrebbe essere evitato l’uso gratuito e “sprecato” di parolacce e volgarismi, abusate dai pur bravi comici. Il servizio pubblici e soprattutto Sanremo, trasmissione in Eurovisione, dovrebbe essere più sobrio e attento al linguaggio.
Stando al Codice etico dovrebbero piovere sanzioni, ma solo il monologo di Celentano è sotto osservazione.
In fondo il molleggiato ha dato una visione alternativa e ha parlato italiano. Anche la critica ad Aldo Grasso (a cui Celentano ha dato del deficiente), per quanto scomoda e seccante, andrebbe accettata.
Certo che augurasi la chiusura di due giornali non è una bella cosa. Tuttavia ci può stare qualcuno pensi che la linea editoriale dei giornali cattolici debba essere diversa (l’intero governo italiano sta facendo molto peggio mettendo in ginocchio il sistema dell’editoria).
Stando all’etica Rai ammesso e non concesso che l’intervento di Celentano debba essere bollato come “immorale” non dovrebbe essere l’unico. Oppure dobbiamo pensare ad un Codice etico ad “intermittenza”?
Egidio Negri