Ma è mai possibile che ci volevano le mutande di Belen per far capire al Governo che è finalmente arrivata l’ora di mettere mano alla riforma della Rai?
Vuoi vedere che dove non sono riusciti Prodi e Berlusconi ci riesca Monti?
Il fatto vuole che a Palazzo Chigi la questione è diventata urgente tanto che già si parla di tagli e nuove poltrone. Roba da far accapponare la pelle. Sul tavolo ci sono già alcuni nomi, quello del prossimo presidente, carica di cui vorrebbe investire Giulio Anselmi, presidente Ansa e Fieg, e quelli dei possibili dg; si parla di Antonello Perricone, Claudio Cappon, ma anche di Francesco Caio, manager di Avio.
Monti al riguardo pare aver avuto già colloqui sull’argomento con Alfano, Bersani e Casini. Ai quali avrebbe proposto due ipotesi, una più soft, di una sostanziale revisione della parte della legge Gasparri che riguarda i poteri di nomina e la composizione del cda (si passerebbe da 9 a 5 consiglieri) e un’altra più radicale, con la privatizzazione di due reti e una sola tenuta come servizio pubblico. Per la seconda, in verità, sembrano non esserci possibilità. Più accreditata, invece, la questione del «dimagrimento» del cda, giustificato sempre da esigenze economiche, che però troverebbe forti resistenze in una parte del Pdl. Ma solo in una parte.
Ovviamente Berlusconi, ha le sue carte da giocare. La più importante da calare sul tavolo è la soluzione del problema del «beauty contest» delle frequenze, congelato da Passera, nonchè una serie di altre garanzie che riguarderebbero il mantenimento della struttura portante della legge Gasparri. Paletti che, ovviamente, sono stati respinti dal Pd. Il cda scade il 28 marzo, ma potrebbe restare in carica fino a giugno. La privatizzazione è l’unica strada percorribile. Ma Berlusconi stavolta otterrà qualcosa in cambio. Il canale 58. Scommettiamo?