L’Osservatorio di Pavia, istituto di ricerca che monitora il pluralismo politico nei tg, ha sfornato i dati del mese di gennaio. Si tratta della presenza dei partiti e dei singoli leader politici e istituzionali in percentuale al tempo totale delle notizie nei tg in prima serata.
Nei tre tg della Rai, i due maggiori partiti, il Pdl e il Pd, hanno rispettivamente il 20 e il 15%. Anche il Tg3, che a dicembre dava al Pd un 24% abbondante, segue la stessa linea.
Per quanto riguarda il Governo il Tg1 gli dà un 32,4% mentre il Tg2 e il Tg3 si fermano al 21,5%. Da sottolineare che il Tg3 da più tempo, il 10%, ai partiti “minori” non presenti in Parlamento.
Passiamo a Mediaset. Il pluralismo perde colpi. Il Tg5 dà al Pdl il 34,2%, al Pd meno della metà, il 15,3%. Anche il Governo soccombe al partito dell’ex premier, attestandosi sui 24 punti.
A Studio Aperto la musica non cambia: Pdl al 40%; Pd al 15% e Governo al 28%.
Ciò che sorprende è il Tg4. Del pluralismo neanche l’ombra. Il notiziario di Fede è completamente appannaggio dell’ex maggioranza. Abbiamo un 63,8% al Pdl e un 8,4% alla Lega. Al Pd solo le briciole, lo 0,2%. All’Idv neanche quelle. Così il partito di Di Pietro colleziona uno “zero spaccato”, ma non è solo. Ci sono altri partiti che non hanno neanche un secondo, non solo nel Tg4, ma anche negli altri tg di Mediaset. Si tratta del Fli (i “traditori del Cavaliere”); del Movimento per le autonomia e di Alleanza per l’Italia.
Per quanto riguarda i singoli leader il più presente è Monti, seguito da Napolitano. Le percentuali variano da un 30% circa in Rai e un 25-28% in Mediaset. Fa eccezione il Tg4. Fede non si smentisce: la Santanché e Cicchitto sono preferiti a Monti.
C’è da aspettarsi un intervento dell’Agcom?
Egidio Negri