Risvolti nell’inchiesta “Megaupload” con cui l’Fbi un mese fa ha portato dietro le sbarre il suo fondatore Kim Dotcom.
Nel raid della polizia statunitense era finito in manette anche il programmatore del sito di file sharing l’olandese Bram Van Der Kolk, rimasto in custodia per tre settimane, è stato ora rilasciato su autorizzazione del giudice Pippa Sinclair.
Libertà per il ventinovenne tecnico dell’impero Megaupoload , ma ad alcune condizioni: divieto assoluto di accedere al web, concesse solo telefonate per comunicazioni con i familiari.
Intanto dopo la serrata del sito tra i più visitati della rete, si iniziano a stimare i primi effetti che parlano di un calo del 2-3% dello scambio di dati globale in rete.
È quanto riportato da uno studio di Deep Field Networks, ma restano attivi altri celebri portali di condivisione di contenuti audio visivi come E-Mule e Bit Torrent.
Di certo l’amaro destino toccato al fondatore di Megaupload serve da deterrente per i suoi colleghi, che seppur continuando ad offrire il servizio, si preoccupano di farlo con qualche attenzione in più.
Fondamentalmente si cerca di dare meno nell’occhio, portali come Rapidshare e Bitshare , continuano ad offrire i servizi di condivisione file seppur con alcune limitazioni.
La paura di replicare la sorte di Kim Dotcom è più forte dei proventi generati dal traffico illegale di dati in rete, Dotcom allo stato dei fatti rimane in carcere, dopo la conferma dello stato di fermo del giudice il mese scorso.
Intanto Van Der Kolk dovrà pensare a trovarsi un nuovo lavoro, possibilmente lontano da tutto ciò che abbia le vaghe sembianze di una tastiera ed un monitor.
Arianna Esposito