Calano del 33% gli utili del Fatto Quotidiano, soprattutto a causa della diminuzione di
copie in edicola. Sarà davvero causa dell’uscita di scena di Silvio Berlusconi? Peter Gomez, azionista e fondatore della casa editrice, non si scoraggia e scommette che il quotidiano continuerà a macinare utili pure nel 2012. «Nel
2010 abbiamo chiuso con sei
milioni di utili (5,8 mln, per la
precisione), pure il 2011
si è concluso con sei milioni di
utili, e nelle previsioni di budget
il 2012 dovrebbe portarci a
circa quattro milioni di euro di
utili netti. C’è un calo di copie,
in parte compensato da previsioni
migliori sul fronte della
raccolta pubblicitaria».
Gomez aveva pensato anche
a una nuova fonte di entrate: «Siccome il nostro sito,
con 450 mila utenti unici, raccoglie
poche inserzioni, avevo chiesto
ai nostri lettori: sareste disposti
a darci dei soldi per finanziare
delle inchieste? Mi sembrava una
buona idea, e avevo anche avuto molte risposte positive. Nel
senso che c’erano persone
disponibili. Tenete presente che
noi del Fatto abbiamo raccolto 3,5
milioni di euro di abbonamenti
nel 2009 ancor prima di partire
in edicola. Abbiamo un pubblico
affezionato, insomma». Poi però l’idea ha fatto marcia indietro: «il nostro
amministratore delegato, Giorgio Poidomani, mi
ha detto che era una soluzione
sbagliata eticamente. Noi siamo
una società per azioni, e non
possiamo chiedere soldi per fare
un’informazione migliore, non
sarebbe corretto».
Il successo del Fatto è nell’indipendenza che gli permette di fare ciò che gli altri non hanno il coraggio di fare. «La nostra prima pagina del primo numero del Fatto non era uno scoop – ammette lo stesso Gomez -. Era
una notizia su Gianni Letta già
uscita su vari giornali, ma relegata
in due righe e nascosta nelle
pagine interne. Letta era ritenuto
un personaggio molto potente,
e non si poteva parlarne male.
Noi, invece, in quanto gruppo
indipendente anche dal finanziamento
pubblico, non avevamo di questi problemi».
Quanto alla
evoluzione futura dei quotidiani,
Gomez ritiene che «l’on line
non soppianterà la carta. Ci sarà
un sistema integrato. Credo solo
che gli attuali quotidiani a foliazione
monstre dovranno cambiare.
Non c’è più la pubblicità a
giustificare tutte quelle pagine.
Penso che in 24 pagine al giorno
si possa dire tutto».