«Il 20 gennaio 2012 il Ministro dello sviluppo economico ha sospeso per 90 giorni lo svolgimento delle procedure di gara per il cosiddetto beauty contest del dividendo digitale interno. Nello stesso decreto è specificato che ‘Le frequenze indicate nel bando e nel disciplinare di gara devono intendersi nel frattempo indisponibili’». Lo rendono noto i deputati del Pd Gentiloni (foto), Meta e Peluffo in un’interrogazione rivolta al Ministro dello sviluppo economico.
«Contrariamente a questa prescrizione – continua l’interrogazione – tutte le frequenze oggetto del bando e del disciplinare di gara, sono attualmente utilizzate da emittenti locali in uno o più dei principali bacini d’utenza italiani. Per citare alcuni casi più eclatanti: i canali 25, 54 e 55 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti Telemilano e Più Blu e Più Blu2 nel principale sito servente della Lombardia (Valcava – 10 milioni di utenti potenziali); il canale 28 è utilizzato dall’emittente Solregina Po nel principale sito che serve Milano e la Lombardia occidentale (Monte Calenzone – 7 milioni di utenti potenziali); i canali 25, 55 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti CanaleZero, IdeaTV e IESTv nel principale sito che serve la provincia di Roma (Monte Cavo – 4 milioni di utenti potenziali) mentre i canali 54 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti TeleCapri HD e TV Capital nel sito che serve la città di Napoli (Monte Faito – 6 milioni di utenti potenziali). Infine il canale 24 è utilizzato dalla Concessionaria del servizio pubblico (RAI) in tutto il Friuli e nel principale sito che serve la città di Bologna. La sola eccezione è costituita dal canale 58, che il Ministero aveva assegnato sperimentalmente a Mediaset, che dallo scorso autunno – sospeso l’utilizzo Mediaset – non è stato utilizzato da nessuno». Pertanto i deputati chiedono al Ministero «quando le frequenze destinate al dividendo digitale interno e dichiarate ‘indisponibili’ saranno liberate e se i costi di liberazione saranno a carico dell’amministrazione pubblica».