“E’ necessario che l’Italia si doti presto ed in modo trasparente di una nuova legge sull’editoria”. Questa è la posizione del Presidente della F.I.P.Ed, Federazione Italiana Piccoli Editori, Enzo Ghionni. La legge n. 416 del 1981 risale ad oltre venticinque anni fa: la televisione commerciale compiva i primissimi passi ed i pc non esistevano nell’uso comune. Il mondo dell’informazione è oggi un un’altra era geologica. Ancora maggiore è l’esigenza di tutelare il pluralismo e le diversità culturali, politiche e sociali, volano di sviluppo e di democrazia del Paese.
Negli ultimi anni la legge sull’editoria è stata modificata con normette messe in finanziaria, su cui i diversi Governi hanno spesso posto la questione di fiducia. Il pluralismo non può, per definizione, essere argomento delegato agli esecutivi. Mai.
In questa prospettiva occorre dare atto al sottosegretario On. Ricardo Franco Levi di aver posto al primo punto della sua agenda di lavoro una proposta di disegno di legge di riforma dell’editoria organica, che fornisca all’intero comparto uno strumento di garanzia e di sviluppo. Occorre il contributo di tutti per evitare l’introduzione di norme aventi l’unica finalità di colpire alcune imprese editoriali, non in linea con l’attuale maggioranza. Abbiamo fiducia nell’onesta intellettuale del sottosegretario e siamo certi che eventuali tentativi del genere non avranno alcun spazio.
La presentazione del disegno di legge consentirà di aprire la discussione sul rapporto tra imprese, informazione e mercato in Parlamento. L’unico luogo legittimato a legiferare in tema di pluralismo. In questa prospettiva la presentazione di un testo, migliorabile e modificabile, secondo le indicazioni dei parlamentari e del confronto tra le diverse anime del Paese va visto come un’opportunità e non come una minaccia.
E ci auguriamo che finalmente termini la lunga ed infelice stagione delle norme che trattano garanzie costituzionali inserite nei decreti legge e nelle finanziarie e su cui i Governi chiedono la fiducia.