Allarme rosso nel Pdl dopo che il ministro allo Sviluppo Corrado Passera ha inserito nel Cresci-Italia lo stop al beauty contest, l’assegnazione gratuita di ulteriori frequenze digitali a Mediaset e Rai. L’ex ministro Paolo Romani, che di quella procedura è il padre, dice di essere «in totale disaccordo» con la decisione. Ma è costretto a frenare gli ardori di chi nel Pdl vorrebbe battersi fino a minacciare la tenuta del governo. «Al momento non faremo una battaglia che metta a rischio il nostro appoggio a Monti e dunque la sua sopravvivenza, il caso frequenze non comprometterà il voto sulle liberalizzazioni». Se Romani assicura che Berlusconi non si sta occupando del caso, altri dirigenti del Pdl parlano di un Cavaliere «infuriato» per la decisione che toglie a Mediaset un Multiplex digitale, quello di gran pregio che attualmente sta usando (per concessione del suo stesso governo) per provare l’alta definizione. Il rovello dei pidiellini lo spiega bene un fedelissimo dell’ex premier: «Siamo tra l’incudine e il martello, se sulle frequenze andiamo allo scontro dicono che lo facciamo per servire gli interessi di Berlusconi, e in questo momento non ce lo possiamo più permettere. Se non facciamo nulla danneggiamo le sue aziende».
Sarà forse per questo che Romani, riferendosi al congelamento della procedura (Passera non l’ha cancellata, ma sospesa per tre mesi), sottolinea che «ora il governo ha 90 giorni per pensare e ripensare» sul da farsi.
Intanto chi era all’opposizione, e oggi sostiene Monti con il Pdl, loda la scelta di Passera. Roberto Rao (Udc) dice che la pausa «servirà ad approfondire le modalità migliori per svolgere la gara di assegnazione e garantire il massimo profitto allo Stato». L’ex ministro Paolo Gentiloni del Pd (foto) parla di «decisione ineccepibile che evita di dare ai soliti noti frequenze gratis». Ma ammonisce: «Attenzione ai prossimi passi, in Parlamento ci batteremo perché siano altrettanto positivi».
L’attenzione si sposta tutta sulle prossime mosse del ministero di Via Veneto che deve gestire la partita con grande cautela. La questione è complicata, il dossier è da anni sotto la lente della Ue. In gioco c’è anche l’Agcom e Mediaset annuncia insidiosi ricorsi. Il governo ora dovrà negoziare con Rai e Biscione le compensazioni per l’annullamento del beauty contest e c’è chi teme che in questa partita possa concedere qualcosa a Cologno monzese per non rompere con il Pdl.
Se per alcuni sarebbe un regalo a Berlusconi, per altri lo stop a beauty contest resterebbe comunque una vittoria e permetterebbe di mettere sul mercato un numero di frequenze dal quale lo Stato ci potrebbe comunque guadagnare.