Nel tumulto che tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quello nuovo ha interessato i giornalisti aspiranti tali e i cronisti professionisti, c’è stata per questi ultimi una notizia che si inscrive come un passo in avanti nella giungla del precariato lavorativo.
Dal 1 Gennaio 2012 è entrata in vigore la Carta di Firenze, documento approvato dall’Fnsi e dall’Odg, nato come bozza durante la manifestazione «Giornalisti e giornalismi–Libera stampa liberi tutti» presso il Teatro Odeon dell’Ottobre 2010.
La carta è nata come statuto per ridare dignità alla professione di giornalista e combattere lo sfruttamento in favore di un’informazione di qualità, così come annunciato da Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, durante l’incontro dello scorso Ottobre.
Il provvedimento intende dare maggiore tutela e garanzie all’ingente fetta di giornalisti condannati all’oblio del precariato, che contribuiscono ogni giorno al diffondersi delle informazioni ma di contro non godono di un adeguato riconoscimento professionale in termini economici e legislativi.
In nome del riconoscimento della dignità professionale e del rispetto dei principi e valori della Carta Costituzionale, l’Odg e l’Fnsi hanno stilato la carta deontologica di Firenze che si compone di quattro articoli.
L’Art.1 interessa la stipula di Politiche attive contro la precarietà, in vista di ciò si deve garantire a tutti i giornalisti che siano lavoratori dipendenti o autonomi, un equa retribuzione che permetta al lavoratore ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Deve altresì essere posto un freno alle pratiche di sfruttamento del lavoro, favorendo percorsi di regolarizzazione contrattuale ed avviamento a contratti a tempo indeterminato.
Il tutto deve essere regolato normativamente da adeguati trattamenti economici e nel caso di nuove assunzioni vanno valorizzati i ruoli preesistenti e vanno rispettati inoltre i limiti di legge e contratto previsti per l’impiego di stagisti.
Congiuntamente ai suddetti principi va favorito il percorso alle casse previdenziali e di assistenza sanitaria, in modo da garantire assistenza sociale ed economica anche a chi non è inquadrato come lavoratore dipendente.
Altro punto toccato dalla carta è quello della collaborazione tra giornalisti, regolato dall’Art. 2.
Tali forme di collaborazione includono tutte le tipologie di lavoro giornalistico(stampa, radio, tv, ufficio stampa, web) e coloro che prestano queste tipologie di lavoro hanno il diritto di avere un congruo ed adeguato compenso economico, in accordo all’Art.36 della Costituzione; i parametri di riferimento in base a cui si stabiliscono i compensi vanno resi pubblici.
Se questi sono i diritti dei giornalisti, ci sono in ugual modo doveri a cui essi devono adempiere, tutti i giornalisti sono tenuti a segnalare ai Consigli regionali situazioni di esercizio abusivo della professione.
Dovere ulteriore per i giornalisti degli Uffici stampa istituzionali è quello di non potere assumere incarichi che vadano ad inficiare la funzione di imparzialità dell’informazione.
Per i giornalisti iscritti all’ordine che invece ricoprono il ruolo di coordinatori del lavoro giornalistico, ci sono una serie di punti da rispettare enunciati nell’Art.3: divieto di impiego di colleghi le cui condizioni lavorative prevedano compensi inadeguati, rispetto della garanzia del diritto dei giorni di riposo, ferie ed orari di lavoro compatibili con il contratto di categoria, garanzia della retribuzione del lavoro anche se non trasmesso o pubblicato, controllo sul diritto d’autore e diritto di firma.
Al fine di garantire un effettivo monitoraggio sul rispetto delle suddette regole l’Odg e L’Fnsi ha promosso la creazione di un «Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti ». Infine ai sensi dell’Art.4 la violazione della Carta di Firenze comporta l’avvio di un procedimento disciplinare ai sensi dell’art. 2 della Legge 69/1963.
La carta di Firenze è dedicata a Pierpaolo Faggiano, giornalista pubblicista di Brindisi suicidatosi a Giugno, gravato dal peso insostenibile di una serie di problematiche, tra cui anche quella del precariato lavorativo.
Arianna Esposito