L’editore ha deciso la chiusura del quotidiano. Giornalisti e poligrafici in lotta. La Mrc, società di cui l’unico proprietario è Rifondazione Comunista – di fermare la pubblicazione del giornale dal 1° gennaio, aprendo la strada della cassa integrazione a zero ore per i 50 lavoratori del quotidiano.
Decisivo il taglio ai fondi dell’editoria
Decisione irrevocabile, quella della Mrc, motivata dal taglio del Fondo sull’editoria, predisposto dal governo Berlusconi e confermato dal governo Monti, di 500mila euro per il 2010 e di ben 2 milioni di euro per l’anno 2011, che porterebbe il giornale al fallimento per accumulo di deficit (la Mrc stima a 8mila euro al giorno la perdita per l’uscita di Liberazione).
“Nessun progetto per il futuro, solo l’ipotesi di continuità del sito internet con due giornalisti, direttore e un poligrafico”. E la generica promessa di un incontro a fine gennaio per “vedere cosa fare dopo” e per esplicitare “un progetto”, fatta ai poligrafici ma non ai giornalisti” è stata la risposta dell’Assemblea permanente di Liberazione, affidata a un comunicato congiunto firmato dal Cdr e dalla Rsu.
La trattativa è stata seguita anche da Stampa Romana che, dopo essere arrivata alla rottura con la Mrc, ha denunciato l’azienda di aver violato “le più elementari regole di un civile confronto fra le parti, presentandosi al tavolo con una posizione precostituita, intransigente e inaccettabile”. Tutto questo accade mentre la Commissione Difesa annuncia di aver incrementato di 600 milioni di euro il fondo per blindati Lince, mezzi logistici protetti, sensori e protezioni passive per le basi avanzate nelle missioni internazionali. Ma che Italia è questa?