DI PIETRO E GRILLINI RISPONDONO SUL FUTURO DELLA RAI E DEL CANONE

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Riportiamo le risposte di Franco Grillini (Partito Socialista) e Antonio Di Pietro (Italia dei Valori) alla domanda posta da Punto Informatico sul canone Rai: “Il canone Rai va mantenuto così com’è? Integrato alle bollette ENEL? Abolito? Ridefinito? Oggi vengono considerati “tassabili” tutti gli apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione del segnale, e quindi anche computer e videocellulari. Che ne pensa?”.
Franco Grillini
È proprio vero che ormai ogni aggeggio elettronico che si colleghi alla corrente può ricevere radio e televisione, ci manca solo il Microonde che mostra la “prova del cuoco” durante la cottura. Abolito? Penso proprio di sì. Se fosse per me venderei i canali Rai, ovviamente a tre editori diversi per una vera concorrenza e obbligherei Mediaset a fare altrettanto in modo da garantire un vero pluralismo. Con il ricavato ci pagherei finalmente gli ammortizzatori sociali per i precari e il salario d’ingresso per chi il lavoro non ce l’ha. Andrebbe poi ridefinito l’intero concetto di servizio pubblico offerto dalla Rai. Un solo canale, programmi culturali, musica e informazione obiettiva. Si può definire servizio pubblico un palinsesto zeppo di reality strabordanti di volgarità condite da (semi) vip in crisi da mancanza da cibo che si scannano reciprocamente, per di più prodotto tramite società terze, una tra le quali di proprietà dell’unico vero gruppo televisivo concorrente? Secondo me no. Tassati sì, mazziati no.
Antonio Di Pietro
Sono contrario a tassare i Pc per mantenere in vita il carrozzone della Rai, per motivi di principio e di qualità del servizio erogato. Il canone attuale dovrebbe servire a finanziare una televisione di Stato (uno o due canali al massimo) non legata ai partiti e senza pubblicità.
Fabiana Cammarano

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