Confermato per domani lo sciopero dell’intero gruppo Rai, indetto unitariamente dai sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConFsal. A Roma dalle 10 si terrà un presidio davanti la sede di viale Mazzini, per poi spostarsi dalle 12 al ministero dell’Economia. In un comunicato congiunto le sigle sindacali parlano di “svariati motivi” all’origine dello sciopero, tra cui la situazione di Rai Way, dell’area Riprese Esterne, Rai International, Rai corporation, Rai Med e gli uffici di corrispondenza. Viene chiesto di non rinunciare alle trasmissioni calcistiche, che nel caso significherebbe impoverire ulteriormente il palinsesto e la capacità di attrarre la pubblicità, ed anche a non ridurre le capacità editoriali e produttive delle sedi di Trieste, Bolzano, Aosta, Trento e Palermo. Richiamata anche l’esigenza del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. I sindacati contestano e respingono la manovra di risparmi e riduzione dei costi in chiave di rilancio messa a punto dal direttore generale Lorenza Lei (foto) e varata qualche settimana fa dal Cda Rai, e parlano di «taglio degli investimenti e delle professionalità», e di processo di «lenta ed irreversibile desertificazione aziendale», una sorta di «smantellamento» Rai, definendo il piano in continuità piena con quello annunciato nel 2010 dal precedente direttore generale Mauro Masi.
Così Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConFsal, hanno valutato un pacchetto di iniziative per respingere il piano aziendale, unificando con esso la mobilitazione indetta a livello generale contro la manovra Monti. I sindacati chiedono «investimenti su risorse interne, internalizzazioni di produzioni, riduzione di appalti e consulenze sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. E’ necessario altresì porre attenzione ai costi anche per la contrattualizzazione dei conduttori anche per più anni. I sindacati propongono la fusione di tutte le consociate in una unica azienda, con la riduzione dei vertici ad un unico Consiglio di Amministrazione ed una maggiore attenzione al palinsesto e alle modalità di assegnazione degli spazi pubblicitari».