Augusto Minzolini, direttore del Tg1 è stato rimosso dal Consiglio di amministrazione della Rai. Il motivo non è stato l’eclatante calo d’ascolti, la linea editoriale troppo berlusconiana, la qualità dell’informazione scadente ma l’applicazione dell’articolo 3 della legge 97/2001. Questa norma prevede, per i dipendenti nelle aziende pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica, rinviati a giudizio dalla magistratura penale, il trasferimento ad un incarico di uguale prestigio e pari stipendio. Il cda Rai, applicando la suddetta legge, ha implicitamente considerato la Rai un’azienda pubblica. In effetti cosi è anche nell’immaginario comune, tant’è che il sinonimo più usato per l’azienda di Viale Mazzini è proprio servizio pubblico. Dunque seguendo un immaginario filo logico-giuridico, essendo la Rai un’azienda pubblica deve bandire dei concorsi per coprire gli incarichi vacanti. Lo dice il comma 3 dell’art. 97 della Costituzione: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge».
Nel caso della nomina di Alberto Maccari si è utilizzata la prassi dei concorsi “interni”, sganciati dalla regola generale: una forma di selezione a numero chiuso che favorisce una progressione di carriera ai dipendenti già assunti. Il rinvio a giudizio per peculato di Minzolini imponeva una scelta veloce. La decisione è anche giustificata da una sentenza della Corte Costituzionale n. 81/06 che afferma che le deroghe al pubblico concorso possono essere giustificate solo da «peculiari e straordinarie ragioni di interesse pubblico».
Il problema dovrà essere risolto entro fine gennaio, quando scadrà l’interim di Maccari. Come si comporterà la Rai? Il consigliere Antonio Verro del Pdl sollecita Viale Mazzini ad imbastire un concorso pubblico per la direzione del Tg1. In effetti se la Rai fosse considerata a tutti gli effetti un ente pubblico non ci sarebbe neanche bisogno di chiederlo, ma l’azienda di Viale Mazzini, secondo il Testo unico della Rai del 2005, è soggetta alla disciplina generale delle società per azioni. Se così fosse non sarebbe neanche applicabile l’articolo 3 della legge 97/2001.
Riassumendo: se si fa un concorso il trasferimento di Minzolini non è giustificabile; se non si fa la Rai contravviene all’articolo 97 della Costituzione.
Ecco un esempio di una complicata azienda “bifronte”.
Egidio Negri