Il Popolo della libertà (Pdl) vince sulla tracciabilità dei pagamenti e sul no alla patrimoniale secca. Il Partito democratico (Pd), però, porta a casa la riconferma degli sgravi fiscali per gli interventi di efficienza energetica, la diminuzione dell’Irap, vecchia proposta dei democratici contenuta anche nel piano fiscale del partito, un’Ici progressiva e le tasse sul lusso.
Mario Monti ha certamente dimostrato buone qualità politiche, riuscendo a trovare un equilibrio tra le richieste dei due maggiori partiti presenti in parlamento. Con queste premesse sembra che il decreto legge approvato dal Cdm e firmato da Napolitano debba passare alle Camere senza modifiche. Eppure già si parla di emendamenti.
Se da un lato, l’ex premier Silvio Berlusconi vorrebbe che il governo ponesse la fiducia sulla manovra, cosicché il Pdl «non debba prendersi la responsabilità» di un decreto che intende sostenere, ma «non è come lo avrebbe voluto», il resto del Pdl insiste per presentare alcuni emendamenti. Per questo motivo è stata convocata a Montecitorio una riunione dei direttivi del Pdl di Camera e Senato allargata ai componenti delle Commissioni bilancio.
«Consiglio al governo di non cambiare assolutamente nulla e anche di mettere la fiducia», ha affermato a Radio Radicale il vicepresidente della Camera e presidente Udc, Rocco Buttiglione. «Se infatti dovesse accettare qualche emendamento del Pd – spiega Buttiglione – poi dovrebbe accettarne anche qualcuno del Pdl e a quel punto anche il terzo polo farebbe le sue proposte. C’è il rischio di indebolire l’effetto molto positivo sui mercati e sui nostri partner dell’Ue». Ma, alla fine, anche lui propone un cambiamento: «quando innalziamo l’età pensionabile delle donne ricordiamoci delle mamme che hanno fatto un doppio servizio per allevare i figli, una donna che ha un figlio rende un servizio al sistema pensionistico molto più grande di qualunque contributo». Ad aprire alle correzioni della manovra è Maurizio Sacconi, l’ex ministro del Welfare al Corriere della sera afferma: «Non è detto che alcune di queste misure, come la tassazione sulla prima casa o la transizione previdenziale, non possano essere corrette e sostituite da altri tagli di spesa». «Qualche correzione sarebbe auspicabile già nella discussione parlamentare a saldi di bilancio invariati» aggiunge.