LE DUE SETTIMANE PIÙ LUNGHE PER JULIAN ASSANGE, ULTIMO APPELLO ALLA CORTE SUPREMA CHE DECIDERA’ DELLA SUA ESTRADIZIONE

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Rischia di passare le feste di Natale in Svezia, Julian Assange il fondatore di Wikileaks, e del motto «Siamo tutti spiabili e spiati».
Tutto dipenderà da un ultima possibilità concessagli dalla Corte Suprema del Regno Unito, che ha concesso al giornalista la facoltà di audizione., in quanto il suo caso risulta essere di “interesse generale”.
Julian Paul Assange è accusato per molestie sessuali nei confronti di due donne, (ex volontarie di Wikileaks), che lo vedono protagonista nell’Agosto del 2010 in Svezia.
Da parte sua il quarantenne australiano non ha mai fatto ammissione di colpevolezza ed ha sempre sostenuto che dietro l’accusa di reato sessuale a lui rivolta, si celino in realtà motivazioni politiche legate all’affare Wikileaks.
Come si sa con Wikileaks, Assange ha alzato un polverone che nel Novembre del 2010 porta alla pubblicazione di oltre 251.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali ad alto contenuto di segretezza.
In con concomitanza allo scandalo Wikileaks, nello stesso anno e mese, il tribunale di Stoccolma avvia un mandato d’arresto in contumacia nei suoi confronti con l’accusa di stupro, molestie e coercizione illegale.
La denuncia proviene dalle vittime dell’abuso sessuale e la loro parola contro quella di Assange, è tutto ciò che mantiene in piedi l’accusa, non ci sono altre prove.
In difesa di Assange gli avvocati sostengono che l’accusa sarebbe infondata, dal momento che i rapporti sessuali furono consensuali.
In seguito al mandato di cattura europeo, nel dicembre 2010, Julian Assange si consegna nelle mani di Scotland Yard e rimane in carcere per una settimana.
Nel mentre la Svezia fa richiesta di estradizione alle autorità inglesi, mossa tattica che condurrebbe Assange all’estradizione negli Stati Uniti dove dovrebbe rispondere in sede processuale del reato di spionaggio.
La Gran Bretagna accoglie la richiesta di estradizione da parte della Svezia, salvo poi rimandare il giudizio finale alla Corte Suprema del Regno Unito.
È quanto fanno i giudici dell’Alta Corte di Londra Thomas e Ouseley, ritenendo il caso, una questione di grande importanza pubblica.
Allo stato attuale delle cose l’Alta Corte di Londra ha accolto la richiesta presentata dal fondatore di WikiLeaks di rimanere in Inghilterra per portare avanti la sua battaglia legale, sebbene secondo il giudice John Thomas, sarebbero esigue le possibilità per l’imputato di convincere l’Organo legislativo.
Tra non più tardi di due settimane Assange dovrà presentare una richiesta scritta alla Corte che deciderà della sua estradizione in Svezia o meno, al di fuori del tribunale non manca la folla di sostenitori che innalza striscioni inneggianti alla libertà del cronista, se sono speranze destinate a svanire o a divenire realtà, lo stabilirà solo la Supreme Court of the United Kingdom.

Arianna Esposito

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