Sembra che l’informazione italiana non riesca a respirare a pieni polmoni. L’Osservatorio Ossigeno riporta continuamente episodi di minacce e abusi che affliggono il giornalismo italiano.
La politica non ne esce bene, il leader della Lega Umberto Bossi ha più volte minacciato “legnate” ai cronisti che lo seguono riportando anche le sue uscite poco felici; per Giuseppe Scopellitti, presidente della Regione Calabria, i giornalisti sarebbero «cialtroni e appartenenti a cricche», inoltre «pensano di costruire le loro fortune personali sulle disgrazie altrui». Scopellitti si riferisce a tre noti giornalisti, Guido Ruotolo, Enrico Fierro e Roberto Galullo, che, da tempo sui loro giornali, rispettivamente La Stampa, Il Fatto Quotidiano e Il Sole24ore, hanno evidenziato il disastro finanziario del Comune di Reggio Calabria e le colpe dell’attuale presidente della Regione, allora sindaco. Scopellitti è indagato per falso in atto pubblico, ma difende strenuamente il suo operato. Sul caso si è pronunciato anche il ministero del Tesoro, secondo il quale sarebbero stati usati cavilli contabili per coprire il buco di 170 milioni di euro.
A Siena è stata la Procura della Repubblica ad accusare i giornalisti de La Nazione per aver violato il segreto investigativo riguardante un’indagine sul buco di bilancio dell’Ateneo senese.
Per La Nazione, sostenuta da Assostampa Toscana e dall’Ordine, l’indagine, conclusa con 18 avvisi di garanzia, era di pubblico interesse; per la Procura la pubblicazione di fatti non ancora appurati avrebbe danneggiato le indagini.
A Bologna sono stati protagonisti manifesti e scritte di minaccia, “firmate” dal movimento anarchicoinsurrezionalista, contro il giornalista dell’Espresso, Lirio Abbate (già sottoscorta dal 2007); quest’ultimo avrebbe infangato l’ideologia anarchica definendola come una ricerca dello scontro, della violenza a prescindere.
Neanche l’ambito dello sport è esente da tensioni. In questo caso ci sposiamo a Padova dove il direttore sportivo del Padova Calcio ha insultato e cercato di aggredire un giornalista de Il Mattino per un equivoco su una frase riportata da quest’ultimo, ma che il dirigente nega di aver pronunciato.
Speranzosa e fiduciosa una dichiarazione del direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato, che richiama una sorta di principio della “sussidiarietà dell’informazione”, «solo un interesse della stampa nazionale può rompere il circuito dell’oscuramento», caratteristica, a detta di Spampinato, dei regimi autoritari.
Egidio Negri