E’ “opportuno”, un riordino dell’editoria, “nel segno della semplificazione amministrativa, dell’innovazione tecnologica e dell’intervento sulle strozzature che ne condizionano la distribuzione”. Nella Relazione annuale al Parlamento il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò (nella foto), dedica un passaggio anche alla riforma dell’editoria, alla quale il governo lavora da diversi mesi con il disegno di legge messo a punto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi, in procinto di approdare in Consiglio dei ministri. Calabrò è favorevole alla revisione della normativa che regola il settore, pur riconoscendo che “la stampa appare caratterizzata da assetti di mercato competitivi e da limiti ex ante, tuttora validi, che ne assicurano uno svolgimento pluralistico”. Calabrò non crede alle “previsioni apocalittiche” secondo le quali, con l’evoluzione del sistema, i media tradizionali “saranno soppiantati da nuove forme policentriche di informazione intolleranti a qualsiasi forma di mediazione culturale”. Centrale resterà, a giudizio del presidente dell’Agcom, il ruolo della stampa e del giornalismo professionale come “fondamentale presidio della vera libertà di informazione, intesa come comunicazione sostanziale”. Per Calabrò, “il ruolo e la funzione del giornalista permangono con tutta la loro importanza, non solo nei settori tradizionali della comunicazione ma anche dei nuovi mezzi di comunicazione. Il giornalista continua ad essere il mediatore dell’informazione, il primo garante della notizia; e non esistono mezzi tecnologici che possano sostituirlo”.