La Security and Exchange Commission statunitense rende note le cifre record totalizzate da Mountain View nell’ultimo anno, numeri, che confermano l’impegno ad espandere il proprio mercato.
Sarebbero 57 le aziende acquisite dall’inizio del 2011 da Big G, nove in più rispetto al portfolio raggiunto nel 2010 per un totale di investimenti pari ad 1,4 miliardi di dollari. Un importo che risulterebbe però concentrato in tre indici di spesa più consistenti che coprono da soli ben 941 milioni di dollari. Di questi 676 milioni sono stati sbloccati per garantirsi le tecnologie di ITA Software, punto di partenza per il servizio legato al mondo dei viaggi di recente attivazione ed ancora in fase sperimentale. Zagat è l’altra voce di bilancio, il gruppo operante nel mondo delle recensioni di ristoranti si è aggiudicato infatti ben 151 milioni di dollari, mentre 114 milioni rappresenta la cifra sborsata per portare a casa ogni diritto su Daily Deals, e attivare un servizio in diretta concorrenza con Groupon, dominante nel settore della vendita di coupon online.
Una vera e propria “manovra finanziaria” quella operata dai vertici di Mountain View solo negli ultimi dodici mesi, che non terrebbe ancora conto però dell’altro dispendioso acquisto ultimato da Google in agosto, e cioè l’integrazione del comparto mobile di Motorola per la sensazionale cifra di 12miliardi di dollari e poco più che entreranno nel conto spese solo a partire dal 2012.
E che dire delle possibili mire sul motore di ricerca Yahoo! in cerca di nuovi investitori per le perdite che il gruppo di Jerry Yang accusa dal 2008? Un’offerta potrebbe essere presto messa sul piatto. L’acquisto dell’azienda di Sunnyvale potrebbe essere un’ulteriore ghiotta occasione per il colosso del search engine, specie se risulta un obiettivo conteso con Microsoft. L’operazione potrebbe fungere infatti da nuovo campo di battaglia per la guerra già in corso contro Redmond sul fronte brevetti nel comparto mobile, dove il sistema operativo Android continua a subire “intimidazioni” dalla rivale per l’imposizione di royalties ai maggiori venditori di device mobili presenti sulla piazza.
Ma Google, si sa, non è tipo da abbattersi e continua a costruire il proprio impero aggiungendo, da ultimo, anche il tassello televisivo, puntando a fare di YouTube un servizio dai contenuti originali pari ai più consolidati broadcaster del settore. Più di 100milioni di dollari sono stati già avanzati. Una piccola caparra che conta di coinvolgere partnership del calibro di IAC/InterActiveCorp, News Corp ed RTL Group. Google ha intenzione di rivoluzionare la trasmissione video superando l’asset dei canali tradizionali e facendo di Google Tv il biglietto da visita per l’intera operazione, differenziando il servizio mediante l’offerta di contenuti mirati. Solo così Big G riuscirà infatti a fare terra bruciata alla concorrenza del satellite e dando il colpo di grazia al servizio di Netflix di video-streaming online pronto a sbarcare in Europa nel 2012 ma che negli Usa già registra perdite di 800mila abbonati da giugno.
Manuela Avino