IAB ITALIA: NEL 2012 LA PUBBLICITÀ SUL WEB SARÀ SECONDA SOLO ALLA TV

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È uno dei dati emersi durante il Forum Iab 2011 che chiude oggi a Milano la sua nona edizione. Ed i numeri in parte già confermano le proiezioni della crescita di Internet quale spazio privilegiato per la raccolta pubblicitaria.
Gli utenti che accedono a internet sono 26,2 milioni, in crescita del 10,4% rispetto allo scorso anno, e ogni giorno 13 milioni di utenti sono attivi sul web. Nella rete gli italiani occupano il loro tempo con i social network (86% degli utenti), guardano video (71%), ascoltano musica (37%) e navigano in un sito di couponing (22% degli utenti, con una crescita annua del 122%) . E’ il display advertising a qualificarsi come scelta privilegiata dalle aziende con un valore di 455milioni di euro mentre la ricerca su internet attesta una crescita del 18% rispetto al 2010.
Negli ultimi 5 anni l’investimento medio delle aziende in pubblicità sui media cartacei è diminuito del 27,7%, l’ investimento medio in TV ha registrato un calo dell‘11,7% mentre quello sulla radio ha avuto una crescita del 9,3%. Al contrario, il digitale ha registrato il una crescita del 46,1%, ed è aumentato del 107% il numero di aziende che hanno investito in rete.
All’evento ha partecipato in videoconferenza anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini che ha sottolineato l’importanza strategica dell’intervento delle istituzioni in un settore, quello della net economy, che rappresenta il 2% del Pil della Nazione con dati occupazionali in crescita grazie alle imprese digitalizzate. Ma per garantire una continuità allo sviluppo in tal senso, sono necessari incentivi e nuovi investimenti. Per questo Fini auspica che gli 800 milioni di euro previsti dalla legge 69 del 2009 vengano stanziati a favore della banda larga, ribadendo che «senza miglioramento infrastrutturale si rischia di non sfruttare appieno la possibilità di essere competitivi che la rete offre alle imprese». Una delle vie potrebbero consistere in maggiori incentivi alle imprese virtuose, oltre a garantire «un credito di imposta a quelle che digitalizzano alcuni sistema di produzione o servizi». Fini opta anche per la discussione in Parlamento di una proposta volta a diminuire l’IVA sui prodotti di stampo culturale commercializzati online.
(key4biz)

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