Avanti tutta, la prossima settimana, tra mercoledì e giovedì, contro le intercettazioni. Voto previsto martedì 11. Se necessario con la fiducia. Per limitare l’uso degli ascolti. Per mettere il bavaglio alla stampa e impedirle di pubblicarle. Di pari passo tentativo di far partire il processo “lungo” in commissione Giustizia. Dove la Lega, con Carolina Lussana, già si mette di traverso e si chiede se quelle nuove regole, col giudice obbligato ad accettare la lista testi delle difese, non contrasti con la norma costituzionale del giusto processo. Dubbi, ma non certo un no preventivo, visto che la stessa Lussana non esclude “valutazioni politiche” quando si tratterà di votare il ddl.
La manovra anti-giudici e anti-stampa è presto pronta. Si articola così: in aula alla Camera andrà avanti l’esame del ddI Alfano, nell’ultima versione di un anno fa, frutto di un compromesso tra Berlusconi, Fini e Giulia Bongiorno. Proprio la presidente della commissione Giustizia oggi terrà una riunione del Terzo polo per presentare un progetto alternativo sugli ascolti rispetto a quello del governo. Due emendamenti “di peso” previsti dal Pdl: uno per limitare la stretta sull’obbligo di rettifica per i blog (entro 48 ore, pena fino a 12mila euro), l’altro per cambiare le regole sulla pubblicazione. Entra l’articolo uno della vecchia legge Mastella (votata alla Camera il 17 aprile 2007,447 voti a favore e sette astenuti) che riscrive l’articolo 114 del codice di procedura penale sul “divieto di pubblicazione di atti e immagini”.
Nulla si potrà rendere pubblico, nella versione integrale, degli atti di un’inchiesta fino al processo. Quando gli avvocati ne avranno preso conoscenza se ne potrà raccontare al massimo il contenuto, ma le telefonate resteranno del tutto segrete, non se ne potrà diffondere neppure il contenuto. Via la mediazione dell’udienza filtro, quel vertice tra avvocati e inquirenti che, per la Bongiorno, doveva stabilire quali intercettazioni rilevanti possono entrare nel fascicolo del dibattimenti e quali invece devono finire per sempre nell’ archivio riservato, senza essere trascritte. Con la Mastella “gli atti del fascicolo del pm” saranno segreti fino alla sentenza d’appello. Calano le multe, trai 10 e i 100mila euro.
Enrico Costa, capogruppo in commissione Giustizia, ribadisce che non ci sono problemi procedurali, perché il ddl è già stato modificato in commissione, superando lo steccato della doppia lettura conforme tra Camera e Senato che dovrebbe impedire ulteriori cambiamenti per le parti identiche. Non resta che andare avanti.
Giuseppe Liucci