È plagio: ieri mattina il tribunale civile di Roma ha fermato ‘Baila!’. Ma lo show va in onda.
Il programma della D’Urso e ‘Ballando con le stelle’ sono «l’uno riproducente l’altro, ricorre dunque la contraffazione e il relativo illecito per violazione del diritto di proprietà intellettuale». La sentenza dà ragione a Milly Carlucci che commenta: «è stato affermato un principio che mette ordine nel mondo della tv anche nel rispetto di un criterio di civiltà a vantaggio del telespettatore».
Vari quotidiani britannici, tra cui l’Independent, riferiscono le accuse dell’emittente inglese Bbc Worldwide (proprietaria del format originario venduto alla Rai) a Mediaset per aver violato la normativa sul copyright. Mediaset ha replicato che il programma è originale e preso dal format messicano ‘Bailando pur un sueno’; il provvedimento del giudice sarebbe dunque senza «corpo del reato, ovvero senza avere visto un solo minuto del nuovo programma». Poi la società di Cologno Monzese passa al contrattacco: «Mai era stata espressa la pretesa che un genere televisivo andasse in onda su un unico canale. Niente più talent show di canto perché c’è Amici?».
«Fino ad oggi Rai e Mediaset si erano spartiti il mercato, una aveva ‘L’isola dei famosi’, l’altra ‘Il grande fratello’ e così via, adesso qualcosa si è inceppato». È il commento di Massimo Bernardini, giornalista esperto di tv che svela un precedente che riguarda il regista e autore di ‘Baila!’, Roberto Cenci, salito alla ribalta per il format Rai ‘Ti lascio una canzone’ di cui è rimasto in parte proprietario. Cenci avrebbe ricevuto una grande offerta Mediaset dove ha dato vita al programma clone ‘Io canto’. In quel caso, spiega Bernardini, «ci fu un accordo, il paradosso è che Cenci essendo ancora proprietario in parte del format Rai prende soldi sia da Mediaset che dalla Rai. Poi è arrivato ‘Baila!’. A questo punto la Rai si deve essere rotta». Per il giornalista la lotta ai format non fa bene alla tv e costringe gli interi palinsesti globali a replicarsi tra loro mortificandone la qualità, «format come ‘Il grande fratello’ o ‘Il milionario’ hanno delle autentiche bibbie che obbligano in qualunque Paese a usare le stesse luci, gli stessi movimenti di camera, le stesse battute e guai a fare diversamente, e su questi prodotti si gioca la fortuna di un network», aggiunge Bernardini. Alla faccia delle nuove idee!
Egidio Negri