La manovra economica «va nella giusta direzione dell’apertura dei mercati ma per ottenere i risultati sperati occorre rivedere alcune norme che potrebbero produrre effetti opposti a quelli desiderati». È il giudizio dell’Antitrust che ha inviato oggi, 26 agosto, una segnalazione al Governo e alle Camere.
Per l’Antitrust «deroghe alla liberalizzazione dei servizi privati dovranno essere valutate con rigore. Vanno riviste le soglie per le gare nei servizi pubblici. Per le privatizzazioni occorre garantire procedure ad evidenza pubblica. Sulle professioni eliminare il riferimento legale alle tariffe e ridurre la durata del tirocinio. Prevedere esami di Stato contemporanei alla laurea».
Queste, le osservazioni dell’Antitrust nei diversi punti sottolineati.
SERVIZI PRIVATI.
La norma per l’abrogazione delle restrizioni all’accesso e all’esercizio delle attività economiche «va riformulata eliminando il riferimento ad autorizzazioni agganciate, direttamente o indirettamente, alla popolazione o ad altri criteri di fabbisogno». E «occorre riscrivere il comma che abroga le restrizioni relative ai prezzi minimi per evitare possibili interpretazioni riduttive». L’abrogazione «andrebbe inoltre estesa a prezzi e tariffe massime che potranno essere mantenute, dopo una valutazione ad hoc, a tutela dei consumatori».
PROFESSIONI.
È «un passo indietro» rendere le tariffe professionali il «parametro legale di riferimento per la determinazione del compenso del professionista. Si tratta di una norma contraddittoria e contraria alla liberalizzazione del mercato dei servizi professionali che si vuole conseguire». Anche «l’introduzione dei consigli di disciplina, senza la partecipazione di soggetti esterni, perde il suo carattere innovativo perché continua a mancare il requisito della terzietà. Da ridurre infine a due anni il tempo massimo del tirocinio, fissato in tre anni». E va rafforzato il principio, positivo, «che il praticantato possa essere svolto contemporaneamente agli studi universitari» con «la possibilità di lauree da conseguire contemporaneamente all’esame di Stato oggi previsto dalla Costituzione».
SERVIZI PUBBLICI LOCALI.
Con «la soglia dei 900 mila euro al di sotto della quale la gara per la scelta del gestore dei servizi non è obbligatoria» per l’antitrust «si configura per alcuni settori di attività economica una sottrazione quasi integrale dai necessari meccanismi di concorrenza per il mercato». E «si presta facilmente a comportamenti elusivi da parte delle amministrazioni che non intendono procedere agli affidamenti tramite gara dei servizi pubblici locali: sarebbe sufficiente frazionare gli affidamenti in tante ‘tranche’, ciascuna di valore inferiore a 900 mila euro». Servirebbe invece «la regola della gara obbligatoria salvo particolari situazioni locali». Anche il sistema delle proroghe «va ridotto a quanto strettamente necessario». Riformando il settore servono «misure di garanzia dell’efficienza e della qualità della gestione del servizio».
PRIVATIZZAZIONI.
«Occorre garantire che tali procedure si svolgano nel modo più concorrenziale possibile, privilegiando lo strumento dell’evidenza pubblica».
Manuela Montella