La notizia è incredibile ma vera. Steve Jobs si è dimesso a sorpresa dalla guida di Apple. L’amministratore delegato e cofondatore ha lasciato ieri, inviando una lettera al consiglio d’amministrazione nella quale afferma «ho sempre detto che se mai fosse venuto un giorno in cui non avrei più potuto svolgere i miei doveri e compiti come a.d. di Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere. Purtroppo, quel giorno è arrivato». La società ha comunicato la notizia e reso noto il testo della lettera dopo la chiusura di Wall Street. Il titolo della seconda società al mondo per capitalizzazione di borsa dopo Exxon Mobil è caduto subito dopo l’annuncio nelle contrattazioni post-mercato, cedendo fino al 7 per cento.
Al posto di Jobs, che resta nel ruolo di presidente, è stato nominato il direttore generale Tim Cook, 50 anni, che svolgeva de facto la funzione di a.d. fin da quando Jobs si è messo in aspettativa per ragioni mediche il 17 gennaio scorso. Il 56enne Jobs soffre di una rara forma di cancro fin dal 2004; nel 2009 si era sottoposto a un trapianto di fegato, assentandosi per lunghi mesi durante i quali era stato sostituito sempre da Cook.
Michael Gartenberg di Gartner ha reagito affermando che l’uscita di Jobs è sì la fine di un’era per Apple ma che, da presidente, rimarrà una voce importante nello sviluppo dei prodotti. Tuttavia, Apple senza Jobs ha rischiato il fallimento negli anni Novanta , ed è ritornata al successo solo quando Jobs è tornato dopo più di un decennio di assenza. E la sua presenza è sempre stata ritenuta così importante che anche durante l’assenza per malattia è comparso in pubblico due volte, a marzo e a giugno, per presentare prima l’iPad 2 e poi iCloud, l’iniziativa Apple per il cloud computing.
Apple Computer Incorporated è stata fondata da Jobs e dall’amico Steve Wozniak nel 1976, quando Jobs aveva 21 anni e Wozniak 25, nel garage dei genitori a Cupertino in California, dove Apple ha sede tuttora. Il lancio del computer Macintosh nel 1984 ha fatto di Apple un grande nome della tecnologia, ma nel 1985 Jobs ha lasciato per dissapori con l’allora a.d. John Sculley. Mentre Jobs tentava la fortuna con NeXt Computer, senza successo, e poi fondava lo studio di animazione cinematogafica Pixar poi comprato da Disney per più di 7 miliardi, Apple perdeva terreno nei confronti di Microsoft. Quando Jobs è tornato nel 1996 con l’acquisto di NeXt da parte di Apple, l’azienda della Mela era, secondo lo stesso Jobs, a tre mesi dal dover dichiarare fallimento. Da allora Jobs, diventato rapidamente a.d., ha guidato Apple sempre più verso prodotti diversi dai personal computer, che pure continua a produrre con successo.
Giuseppe Liucci